Perché la Germania vola con Löw
sabato 14 marzo 2015
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Dopo il prolungamento di Joachim Löw che lo terrà sulla panchina della Garmania fino al 2018, UEFA.com cerca di capire le chiavi del successo del 55enne.
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Joachim Löw, Ct campione del mondo in carica, ha prolungato con la federazione tedesca fino al 2018.
Da quando si è seduto sulla panchina della Germania, Löw ha vissuto grandi successi: il secondo posto a UEFA EURO 2008, le semifinali di UEFA EURO 2012 e del Mondiale 2010. Da ultimo, il successo al Mondiale in Brasile. UEFA.com cerca di capire le ragioni del successo del 55enne.
1. Settore giovanile
Dopo l'ultimo posto nella fase a gironi di UEFA EURO 2000 ottenuto con una squadra piuttosto vecchiotta, il settore giovanile è stato rivitalizzato, e ora ci sono molti giovani talenti a disposizione della nazionale maggiore.
Giocatori chiave come Toni Kroos, Jérôme Boateng, Mats Hummels, Thomas Müller, Mesut Özil, Marco Reus e Mario Götze sono già una sicurezza e si affacciano sulla scena anche Julian Draxler, Max Meyer, Maximilian Arnold e Niklas Süle.
2. Approccio tattico
Come assistente di Jürgen Klinsmann al Mondiale 2006, Löw ha aiutato a rinnovare l'approccio della nazionale. I concetti sono stati modernizzati e se le 'virtù tedesche' non sono state abbandonate, è stato introdotto un gioo più offensivo e divertente.
3. Piattaforma perfetta
Prima del Mondiale 2006 ci sono state novità anche in federazione. E' stato scelto un responsabile per la nazionale per la prima volta, Oliver Bierhoff, e l'investimento sulla nazionale è aumentato.
4. Flessibilità
Löw preferisce il pragmatismo. Ha sempre inseguito un determinato stile ma ha saputo adattare i moduli, passando dal familiare 4-4-2 al 4-2-3-1 per i quarti di UEFA EURO 2008, formazione che è stata la base della squadra da allora.
Nelle finali dell'ultimo Mondiale ha saputo passare anche al 4-3-3, con una linea difensiva a quattro formata interamente da difensori centrali fino a che Philipp Lahm è tornato a fare il terzino destro nel torneo.
5. Adattamento
Löw riesce a gestire al meglio anche le assenze, come successo con quella di Marco Reus (16 gol e 14 assist nella Bundesliga 2013/14 Bundesliga).
6. Ciò che non ci uccide...
L'attuale Germania è frutto di una lunga crescita. Non è andato tutto liscio, ma i passi falsi sono serviti a imparare. I giocatori dell'FC Bayern München che hanno perso la finale di UEFA Champions League in casa nel 2012 sono stati capaci di riprendersi e rifarsi un anno dopo. Hanno portato una mentalità vincente in squadra.
7. Concentrazione
Löw è stato capace di instillare la giusta concentrazione nei giocatori. Dopo la storica vittoria sul Brasile, i giocatori non hanno festeggiato in maniera 'selvaggia' perché sapevano che c'era una finale da giocare.
8. Fiducia ripagata
Löw ha mantenuto la fiducia nei lungodegenti Miroslav Klose e Schweinsteiger ed è stato ripagato con gol cruciali (Klose) e prestazioni straordinarie (Schweinsteiger nella finale mondiale).
9. Decisioni dure
Löw non ha avuto paura di prendere decisioni dure. Non ha convocato Mario Gomez per il Mondiale 2014 e ha lasciato fuori anche Stefan Kiessling.
10. Feeling con i giocatori
L'ex tecnico del VfB Stuttgart Löw non vuole avere sempre i giocatori sotto controllo. Dice chiaro quali sono le linee da non superare e reagisce se queste linee vengono superate, ma fa sentire i suoi giocatori relativamente liberi trattandoli da professionisti quali sono.