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Luis Enrique sulla semifinale della Spagna contro l'Italia in Nations League e sulla sua filosofia di gioco

"Questa è una competizione che vorremmo vincere", ha detto a UEFA.com il tecnico della Spagna in vista della rivincita contro i campioni d'Europa dell'Italia.

Luis Enrique dopo la sconfitta della Spagna contro l'Italia in semifinale di UEFA EURO 2020
Luis Enrique dopo la sconfitta della Spagna contro l'Italia in semifinale di UEFA EURO 2020 POOL/AFP via Getty Images

La Spagna inizia la UEFA Nations League contro i padroni di casa e campioni d'Europa dell'Italia; una sfida difficile per chiunque ma ancora di più per una Spagna che a luglio è uscita ai rigori contro gli Azzurri in semifinale di UEFA EURO 2020.

Il 51enne ha parlato a UEFA.com della sua filosofia di gioco e di come incoraggia i giocatori a prendersi dei rischi in campo.

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Highlights EURO 2020: Italia-Spagna 1-1 (4-2 dcr)

Sulla sfida contro l'Italia dopo la sconfitta in semifinale

Era un incrocio interessante già prima dell'inizio di EURO: giocare conto l'Italia in Italia nella Final Four [di UEFA Nations League]. Questa è una competizione che ci piacerebbe vincere, e curiosamente giocheremo contro i campioni d'Europa in carica nel loro paese.

Sarà molto interessante vedere che tipo di partita saremo in grado di fare davanti a un pubblico a maggioranza italiana e contro i campioni d'Europa in carica. Non servono altre motivazioni. Non vedo l'ora di giocare. Senza dubbio, il gioco dell'Italia è uno dei migliori in circolazione, e sono sicuro che sarà molto interessante vedere come ogni squadra contrasterà l'altra.

Sulla sua filosofia di gioco

Luis Enrique sul test della Spagna contro l'Italia

Se dovessi scegliere solo tre parole per definire ciò che noi dello staff tecnico vogliamo dalla nazionale spagnola, la prima parola sarebbe "attacco", la seconda "pressione" e la terza "ambizione". Perché la parola più importante è 'attacco'? Perché quando ci riuniamo per scegliere la formazione, la prima cosa che guardiamo è l'attacco. Ogni giocatore sa difendere e garantire l'equilibrio, ma ciò che vogliamo da centrocampisti, centrali e terzini, è la mentalità offensiva. Devono avere una buona tecnica dato che cerchiamo di impostare da dietro per raggiungere i nostri attaccanti nel miglior modo possibile. Quindi attacco è la prima parola.

La seconda è 'pressione'. Attacchiamo in un modo specifico: se riusciamo occupare determinate zone di campo, quando perdiamo la palla ci ritroveremo in una posizione in cui possiamo mettere pressione all'avversario, ed è esattamente quello che facciamo. Il terzo è "ambizione". Probabilmente penserete 'beh, è quello che hanno tutte le nazionali'. No. Quando ci riferiamo all'ambizione, noi intendiamo il saper giocare allo stesso modo in ogni partita, indipendentemente da chi stiamo affrontando. Attacchiamo allo stesso modo indipendentemente dal punteggio. Se stiamo vincendo 3-0, non ci fermiamo a difendere il risultato. Attacchiamo e difendiamo allo stesso modo in ogni partita.

Sull'incoraggiare i giocatori a rischiare la giocata

Italia-Spagna negli anni

Cerchiamo sempre di dire ai giocatori, soprattutto a quelli che attaccano, di considerare le proprie giocate come tentativi, non come decisioni corrette o sbagliate. Il calcio è un gioco fatto di errori dove i giocatori sanno bene di doverli evitare. Tuttavia devono abituarsi a commetterli e a riprovarci. Bisogna fare un tentativo e non importa se si trasforma in un errore o meno. Fare errori fa parte dello sport ai massimi livelli.

Sui suoi principi da allenatore

Non ho molti dubbi quando si tratta di come voglio che la mia squadra giochi, perché sono convinto che sia il modo migliore per raggiungere la vittoria. Non si tratta semplicemente di prendere una posizione o di atteggiarsi per fare bella figura. No, credo e sono convinto che avendo più possesso saremo in grado di attaccare meglio la metà campo avversaria e questo ci avvicinerà alla vittoria.

Purtroppo non è sempre così e molte volte si può ottenere la vittoria giocando in altri modi. Ma questo è lo stile che conosco e che mi piace, quindi è quello che userò. Faccio così da quando ero l'allenatore della squadra B del Barcellona. Naturalmente sono sempre aperto a migliorarlo. Bisogna cercare di renderlo più efficace ma l'idea di base non cambierà.