Romelu Lukaku sul compito del Belgio in Nations League e sui record in nazionale
lunedì 4 ottobre 2021
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"In Nations League dovremo fare bene per arrivare al top nel Mondiale del 2022", ha detto l'attaccante a UEFA.com.
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Romelu Lukaku si presenta giovedì alla semifinale di UEFA Nations League contro la Francia come miglior marcatore di tutti i tempi del Belgio, dopo aver superato la soglia delle 100 presenze con i Red Devils dall'uscita della sua squadra ai quarti di finale di UEFA EURO 2020.
La nazionale di Roberto Martínez è stata prima nel ranking per tanto tempo negli ultimi dieci anni sebbene la 'generazione d'oro' del Belgio non abbia ancora mai vinto un importante trofeo internazionale. A UEFA.com, il 28enne attaccante del Chelsea ha detto che si augura che una buona prestazione nella fase finale di UEFA Nations League possa preparare il Belgio a un successo ancora più grande nella Coppa del Mondo FIFA del 2022.
Sul traguardo delle 100 presenze col Belgio
Quando sei giovane il traguardo delle cento presenze è qualcosa di inimmaginabile. Sono stato fortunato ad aver esordito giovanissimo in nazionale. Adesso ho 28 anni e ne sono passati quasi 12 da allora con molti alti e bassi, ma come squadra abbiamo sempre continuato a crescere. Alla fine, l'obiettivo finale rimane quello di vincere: questa è la mia motivazione principale. Ogni volta che gioco in nazionale, voglio sempre vincere sia che si tratti di semplici partite che di un torneo.
Negli ultimi anni siamo sempre riusciti a partire bene nei tornei e le aspettative sono state sempre alte. Nel 2016 [UEFA EURO] non siamo partiti bene ed è stata dura. Nel Mondiale [FIFA 2018] in Russia abbiamo fatto abbastanza bene [terzo posto], ma adesso in Nations League dovremo fare ancora meglio per arrivare al top nel Mondiale del 2022.
Sull'essere il capocannoniere di tutti i tempi del Belgio
Non ho iniziato subito a segnare in nazionale. Mi ci è voluto un po' di tempo. Ma una volta che mi sono ambientato, sapevo che sarei riuscito a segnare e che i miei compagni mi avrebbero messo in condizione di farlo. Poi anche tutti gli altri hanno iniziato a fare gol, non solo io: Eden [Hazard], Kevin [De Bruyne], Dries [Mertens]. Questo aspetto mi ha fatto capire che in attacco abbiamo grandissima qualità. Per me è stato come andare al parco giochi: giocare e segnare!
Poi ho smesso di contare e sono arrivate ugualmente vittorie e risultati importanti. Odio perdere, ma detesto anche quando segno ma perdiamo la partita. Sono felice di tutte queste vittorie che abbiamo ottenuto negli anni ma alla fine ciò che più desideri è sollevare una coppa. Questa è la mia più grande motivazione.
La dedica a Christian Eriksen con la sua esultanza dopo il gol contro la Russia a EURO 2020
Contro la Russia è stata davvero dura. [Quando giocavo all'Inter] ho passato più tempo con Christian che con mia madre, mio figlio, [o] mio fratello perché in Italia con gli allenamenti passi praticamente tutto il giorno al club. La sua stanza era accanto alla mia, giocava a Call of Duty o altro. Ho sentito la notizia [del suo malore] durante la riunione e ho iniziato a piangere. Non facevo altro che pensare a lui.
Sulla strada verso lo stadio di San Pietroburgo avevo bisogno di qualcosa [per tirarmi su], così ho deciso di giocare per lui durante tutto il torneo. Volevo mostrargli in qualche modo la mia vicinanza. Gli ho anche mandato un messaggio e sono stato felice che mi abbia risposto.
Su come predilige giocare
Considerato il mio fisico abbastanza imponente, tutti pensano a sfruttare la mia fisicità nei lanci lunghi sperando poi che mi giri e faccia gol. A me invece non piace giocare così. Sono invece più pericoloso quando punto direttamente la porta perché in quelle situazioni di gioco raramente faccio scelte sbagliate.
Dopo aver passato la palla, so dove devo posizionarmi in area. Posso fare un po' di tutto e in alcune partite, quando so che c'è molto spazio dietro la difesa, gioco diversamente. Il motivo per cui sono così prolifico è che so fare un po' di tutto.