Profilo: Helenio Herrera
domenica 4 settembre 2016
Intro articolo
Soprannominato 'il mago', Helenio Herrera ha reinventato il catenaccio e trasformato l'Inter in squadra vincente grazie alla preparazione fisica e mentale.
Contenuti top media
Corpo articolo
Le prove
• Ha vinto due Coppe dei Campioni consecutive (e due Coppe Intercontinentali) con l'Inter nel 1964 e 1965.
• Senza trofei dal 1954, l'Inter ha anche vinto tre scudetti e una Coppa Italia con 'il mago'.
• Prima di arrivare in Italia aveva vinto quattro campionati in Spagna (due con l'Atlético Madrid e due con il Barcellona).
- Brian Clough: l'ultimo iconoclasta del calcio
- Johann Cruyff: l'uomo che reinventò il Barcellona
- Vicente del Bosque: la "mano morbida" del Real Madrid e della Spagna
- Sir Alex Ferguson: il più grande tattico dello United
- Udo Lattek: il pioniere del Bayern degli anni '70
- Valeri Lobanovskiy: lo scienziato del calcio
- Rinus Michels: l'architetto del "calcio totale"
- José Mourinho: lo "Special One"
- Arrigo Sacchi: il maestro del Rinascimento italiano
La testimonianza degli esperti
"Era avanti anni luce e allenava la nostra testa prima delle gambe. Quando è arrivato in Italia, nessuno sapeva bene i nomi degli allenatori: apparivano a malapena sui giornali e lavoravano solo in spogliatoio e in campo. Lui invece ha ribaltato le cose".
Sandro Mazzola, ex attaccante dell'Inter
"Ha cambiato il calcio italiano con la psicologia. Le TV non erano quelle di oggi, ma noi sapevamo tutto sugli avversari grazie alla sua rete di amici in tutto il mondo. Pensava al calcio 24 ore su 24 ed è riuscito a tramandare la sua professionalità a tutti i giocatori".
Giacinto Facchetti, ex capitano e presidente dell'Inter
"Come José Mourinho, Herrera era un grande comunicatore, anche se Herrera era più un sergente. Per me è fra i più grandi allenatori di tutti i tempi perché è riuscito a trasformare l'Inter in squadra vincente".
Massimo Moratti, ex presidente dell'Inter
"Il suo metodo è logica e applicazione, criterio analitico e fiducia in se stesso. Nessuno al mondo crede in H.H. quanto lui. E' certo, innegabile, arcisicuro che H.H. voglia un bene dell'anima a H.H., e che lo stimi più di chiunque su questa terra".
Gianni Brera, leggendario giornalista sportivo
La storia
Nato in Argentina da emigranti spagnoli, Herrera ha iniziato a giocare a calcio dopo il trasferimento della sua famiglia a Casablanca, trascorrendo gran parte della carriera da difensore in Francia. Approdato in Spagna per allenare, ha riscosso successi con l'Atlético e il Barcellona, convincendo l'Inter ad assumerlo nel 1961. Herrera ha portato con sé il centrocampista Luis Suárez, spiegando: "Per costruire una grande Inter mi serve un grande centrocampista e Suárez era il migliore di tutti".
Il metodo
Herrera, per cui la preparazione fisica e mentale erano essenziali, parlava spesso di partite "vinte ancor prima di scendere dal pullman". Il suo 'catenaccio' prevedeva l'arretramento di un centrocampista nel ruolo di libero e una rigida marcatura a uomo: in questo modo, il terzino sinistro poteva attaccare liberamente. Con Herrera, non a caso, prosperarono il libero Armando Picchi e il terzino fluidificante Giacinto Facchetti, autore di 75 gol in nerazzurro. I centrocampisti e i veloci attaccanti colpivano invece in contropiede.
Gli aforismi
"Voglio che i giocatori avanzino a grande velocità, con non più di tre passaggi per arrivare in area. Se perdi la palla nella verticalizzazione, non è un problema; se la perdi negli scambi in orizzontale, sì".
"Se giochi per te stesso, giochi per gli avversari; se giochi per la squadra, giochi per te stesso".
"Se hai paura di provare qualcosa, pensa che se non lo fai qualche idiota lo farà al posto tuo".
"Classe + Preparazione + Intelligenza + Atleticità = Scudetto"