Profilo: José Mourinho
domenica 14 agosto 2016
Intro articolo
Qualcuno lo ha criticato quando si è autodefinito lo "Special One", ma lui ha giustificato la sua grande autostima vincendo una lunga serie di trofei in tutta Europa.
Contenuti top media
Corpo articolo
Le prove
• Con il Porto ha vinto la Coppa UEFA 2002/03 e quindi la UEFA Champions League 2003/04.
• Con l'Inter ha vinto la UEFA Champions League 2009/10, riportando il trofeo a casa dei nerazzurri dopo 45 anni e suggellando uno storico triplete.
• Ha vinto il campionato con Porto, Chelsea, Inter e Real Madrid (otto in totale) e quattro coppe nazionali, alzando almeno un trofeo all'anno dal 2002 al 2012.
- Brian Clough: l'ultimo iconoclasta del calcio
- Johann Cruyff: l'uomo che reinventò il Barcellona
- Vicente del Bosque: la "mano morbida" del Real Madrid e della Spagna
- Sir Alex Ferguson: il più grande tattico dello United
- Helenio Herrera: il mago
- Udo Lattek: il pioniere del Bayern degli anni '70
- Valeri Lobanovskiy: lo scienziato del calcio
- Rinus Michels: l'architetto del "calcio totale"
- Arrigo Sacchi: il maestro del Rinascimento italiano
La testimonianza degli esperti
"È un grande leader e un allenatore spettacolare, capace di vincere trofei importanti in quattro paesi. Non molti altri ci sono riusciti".
Sir Alex Ferguson, ex allenatore del Manchester United
"Ha vinto in ogni paese ed è un esempio per tutti. Ha tirato fuori il meglio da tutte le squadre che ha allenato".
Didier Deschamps, Ct Francia
"Da Mourinho ho imparato a non accettare mai la sconfitta. Dopo averlo avuto come allenatore sono diventato un guerriero. È riuscito a contagiare la squadra con la sua voglia di vincere".
Didier Drogba, ex attaccante del Chelsea
"Ha portato nuove idee e la voglia di vincere con una squadra portoghese. Mourinho aveva studiato molto, ma il bello è che tutto quello che facevamo in allenamento accadeva in partita. Se sei preparato per qualsiasi situazione hai un vantaggio sull'altra squadra".
Deco, ex centrocampista del Porto
"La bellezza del calcio dipende dall'allenatore e mi pare che Mourinho metta il risultato al di sopra delle prestazioni".
Josep Guardiola, allenatore Manchester City
La storia
Figlio di un portiere professionista, Mourinho non ha mai brillato da giocatore ed è entrato nel mondo del calcio come traduttore e analista per Sir Bobby Robson, con cui ha lavorato allo Sporting CP, Porto e Barcellona. Dopo una falsa partenza sulla panchina del Benfica, ha ottenuto i primi risultati al Leiria, meritandosi il trasferimento al Porto a gennaio 2002 e vincendo campionato e coppa nazionale nella stagione successiva. In quella ancora successiva ha conquistato la UEFA Champions League, quindi ha ricevuto la chiamata del Chelsea.
Il metodo
A suo agio con il 4-4-2 o il 4-5-1, Mourinho ha sempre adattato i suoi schemi ai giocatori disponibili. La sua meticolosità nei dettagli e la capacità di motivare il gruppo sono state evidenti in tutte le squadre che ha allenato. Nonostante sia stato accusato di difendere troppo, la sua bacheca di trofei ha dimostrato che non occorre necessariamente dominare nel possesso palla per vincere.
Le frasi famose
"[Alla presentazione al Chelsea, 2004] Abbiamo grandi giocatori e, scusate, un grande allenatore. Non chiamatemi arrogante, perché quello che dico è vero. Sono campione d'Europa, non esco dal nulla. Credo di essere speciale [da qui il soprannome di Special One].
"Quando arrivi al mio livello non impari dagli altri; devi imparare da te stesso, quindi imparo ogni giorno".
"La Champions League fa parte della mia storia e io ne faccio parte. Quanti grandi allenatori hanno chiuso la carriera senza vincerla due volte? Anche se non dovessi mai più vincere una partita in questa competizione, sono già entrato nella storia".
"Se cerchi di imitare gli altri, non raggiungerai mai il loro livello. Devi rispettare lo stile dei tuoi giocatori. È molto semplice".
"Le mie squadre sono costruite per vincere. Dobbiamo dominare per vincere ed è proprio quello che le mie squadre cercano di fare".