L'intervista a Fabián Ruiz: le ambizioni in Nations League, il successo della Spagna e il segreto dei pomodori
martedì 3 giugno 2025
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"È un qualcosa che nessuna squadra è mai riuscita a fare", ha detto Fabián Ruiz alla UEFA prima della semifinale di UEFA Nations League tra i campioni in carica della Spagna contro la Francia.
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Vincitore della UEFA Nations League 2023 e di UEFA EURO 2024 con la Spagna – e adesso della UEFA Champions League col Paris Saint-Germain – Fabián Ruiz è desideroso di arricchire il suo già invidiabile palmares con la nazionale vincendo nuovamente la Nations League.
Parlando alla UEFA in vista della semifinale contro la Francia, il centrocampista ha parlato della Nations League e dei suoi sogni di gloria.
Sulle ambizioni in Nations League
Affrontiamo ogni partita con l'obiettivo di vincere e di dare il massimo in campo. Sappiamo di poter entrare nella storia vincendo Nations League, EURO e di nuovo la Nations League, perché è un qualcosa che nessun'altra squadra ha mai fatto.
Sappiamo di avere talento e abbiamo fiducia in noi stessi perché stiamo facendo bene. Sarà molto difficile, ma daremo il massimo per raggiungere l'obiettivo. Come diciamo sempre, siamo una famiglia e siamo sempre uniti. Lo si è visto contro i Paesi Bassi ai rigori.
Sono molto orgoglioso di rappresentare il mio Paese e di far parte di questa famiglia. Spero che insieme raggiungeremo molti altri grandi traguardi.
Sulla provenienza da Los Palacios y Villafranca, come Jesús Navas e Gavi
È incredibile che da un villaggio così piccolo di Siviglia siano usciti tre nazionali spagnoli. È una cosa unica, mai successa prima, e siamo felici di rappresentare la nostra città in tutta la Spagna e in tutto il mondo.
La gente dice scherzando che il segreto del nostro successo sono i pomodori. La coltivazione dei pomodori è una parte fondamentale della nostra città. Ogni volta che vinciamo un titolo, ci vengono regalati dei pomodori per il peso che abbiamo. Alla fine io ho ricevuto più pomodori di Gavi e Jesús Navas, perché peso un po' di più.
Sui primi passi nel calcio
Andavo al parco a giocare con mio fratello maggiore. Mi portava con sé quando avevo tre o quattro anni.
All'inizio la gente gli chiedeva: "Dove vai con il tuo fratellino? È troppo piccolo". Ma pian piano sono migliorato e quando mi vedevano giocare, mi volevano in squadra perché vedevano che ero bravo.