Torres scalda i motori
martedì 23 aprile 2013
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In vista della semifinale contro il Basilea, l'attaccante parla a UEFA.com dell'importanza della UEFA Europa League per il Chelsea, del trasferimento a Stamford Bridge, di Rafael Benítez e della finale del 2012 a Monaco.
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Spesso si dice che Fernando Torres sia in crisi, nonostante la vittoria della UEFA Champions League (con un gol decisivo in semifinale) e di UEFA EURO 2012 (e della Scarpa d'Oro adidas) negli ultimi 12 mesi e i 20 gol realizzati in questa stagione (media di riferimento per un attaccante).
Giovedì, il Chelsea FC gioca la semifinale d'andata di UEFA Europa League sul campo dell'FC Basel 1893 e prosegue la sua corsa per diventare una delle pochissime squadre ad aver vinto i tre principali trofei continentali. In vista dell'incontro, il 29enne attaccante parla a UEFA.com dell'importanza della competizione per il Chelsea, del suo trasferimento a Stamford Bridge, di Rafael Benítez e della finale a Monaco dello scorso maggio.
UEFA.com: quanto è importante la UEFA Europa League per il Chelsea?
Fernando Torres: abbiamo una squadra giovane e dobbiamo imparare a vincere: questo potrebbe essere un buon modo per iniziare. Non è la Champions League, ma è comunque l'Europa League. Ora siamo in semifinale e tutti possono vedere che vogliamo vincere e che la squadra è contenta. La competizione ci aiuta molto perché ci dà tante soddisfazioni; non come in Premier League o in FA Cup, dove siamo usciti semifinale. L'Europa League ci tiene su di morale e credo che questa possa essere una buona stagione.
UEFA.com: ti sei dovuto adattare molto da quando sei arrivato al Chelsea?
Torres: tutti i giorni si imparano cose nuove e si cambia un po'. Come giocatore, sarò lo stesso per tutta la vita, ma credo che il segreto sia adattarsi al nuovo sistema, ai nuovi giocatori e a un nuovo stile di gioco, quindi ci vuole un po'. Nel mio caso potrebbe volerci più tempo del previsto, ma dopo un paio di stagioni vedo chiaramente che la squadra è molto diversa rispetto a quando sono arrivato. Bisogna essere bravi e concentrati per adattarsi alle nuove idee della squadra, all'allenatore, e al calcio che giochiamo adesso. Credo che questa sia la principale differenza. La mia mente è più aperta di prima e ora so cosa fare per migliorare.
UEFA.com: di tutti i tuoi trionfi, la UEFA Champions League a Monaco è stato il più bello?
Torres: certamente, è stato il più importante. L'ho detto più volte: era la coppa che volevo vincere da una vita, il mio vero sogno. Quando avevo 12 o 13 anni andavo sempre a vedere l'Atlético Madrid e dopo tanti anni è riuscito a qualificarsi per la Champions League. Ho visto l'Ajax, il Borussia Dortmund e le squadre più forti d'Europa e pensavo: voglio giocare in questo torneo un giorno, anche solo per giocare... oppure per vincerlo, perché no?