Paciência non smette di sognare
lunedì 16 maggio 2011
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Dopo aver eliminato Liverpool, Dynamo Kiev e Benfica, il Braga dei miracoli non esclude altre sorprese nella finale con il Porto: " La finale è una partita a sé", dice il tecnico.
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Si dice che il tempismo sia tutto: l'affermazione è più che mai vera per Domingos Paciência e per l'SC Braga, che grazie alla vittoria contro l'SL Benfica hanno raggiunto la finale di UEFA Europa League.
Dopo la semifinale di andata persa 2-1 a Lisbona, il Braga si è imposto con una rete di Custódio in quella di ritorno, staccando il biglietto per la gara più importante della stagione. La rete del centrocampista al 19' ha ribadito le grandi ambizioni del Braga, che si prepara alla sua prima finale europea.
"Era quello che ci serviva in quel momento - ha commentato Paciência, ex attaccante dell'FC Porto -. Segnando, i ragazzi hanno acquistato fiducia. Il primo gol è spesso decisivo, perché sbilancia una squadra e motiva l'altra. Per fortuna è andata proprio così".
La vittoria in semifinale ha confermato la grande forza mentale vista anche ai turni precedenti contro KKS Lech Poznań, Liverpool FC ed FC Dynamo Kyiv. Contro il Benfica, però, la squadra era a un passo dal perdere le speranze.
"Alla fine abbiamo vinto con intelligenza - prosegue il tecnico, che lascerà il Braga dopo la finale -. Ce la siamo cavata nei momenti più difficili, impedendo al Benfica di rispondere. È stato molto importante. Sentivo che la mia squadra non avrebbe subito gol perché era molto concentrata".
Con il portiere Artur e i centrali Paulão e Alberto Rodríguez ineccepibili su Óscar Cardozo e Javier Saviola, il Braga ha finalmente eliminato la squadra che l'anno scorso le aveva soffiato il titolo in Liga.
È stata l'ennesima vittoria intensa per una formazione specializzata nel mettere in difficoltà le avversarie di prestigio, sia in UEFA Europa League che in UEFA Champions League. Agli ottavi, per esempio, aveva difeso l'1-0 dell'andata sbarrando la porta al Liverpool ad Anfield. Ai quarti contro la Dynamo, ha invece pareggiato 1-1 a Kiev e 0-0 in casa, giocando per due terzi di gara in 10 uomini.
"Ogni partita dà grandi motivazioni, specie quelle contro le grandi squadre - spiega Paciência a UEFA.com -. Il Liverpool, la Dynamo Kiev anche il Lech campione di Polonia sono fra queste. I giocatori sono motivati di conseguenza. La squadra è quella che è grazie al lavoro intenso e all'impegno quotidiano dei miei ragazzi".
Come un eroe di Hollywood nelle situazioni di crescente pericolo, il Braga affronta l'avversario più temibile nella finale di mercoledì a Dublino. Il Porto di André Villas-Boas è la squadra che più ha segnato nella fase a eliminazione diretta di UEFA Europa League (22 gol in otto partite) ma ha ancora sete di vittorie.
Paciência, che ha vestito la maglia del Porto dal 1987 al 1997, raccoglie la sfida e dichiara: "Il Porto ha sempre avuto un'ottima squadra e, ora come ora, potrebbe fare bene anche in Champions League. Per come ha giocato in tutta la stagione è ovviamente favorito, ma la finale è una partita a sé".
Riuscirà il Braga, vincitore di una sola Coppa del Portogallo nel 1966, a ribaltare i pronostici? "Con la giusta ispirazione, possono accadere molte situazioni di gioco che portano a un gol. Per questo crediamo di poter vincere".