Intervista con Pep Guardiola: il suo curriculum, le sue motivazioni e il significato della UEFA Champions League per il Manchester City
martedì 6 giugno 2023
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"Nello sport bisogna provarci", commenta il tecnico del Manchester City per alleggerire la pressione prima della finale di UEFA Champions League.
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Pep Guardiola vuole alleggerire la pressione sul suo Manchester City in vista della finale di UEFA Champions League contro l'Inter. Il 52enne ha vinto la competizione tre volte con il Barcellona - una da giocatore e due da allenatore - ma punta alla prima con il City.
Secondo classificato nel 2021, il City ha raggiunto le semifinali nella scorsa stagione e ha una nuova occasione a Istanbul per conquistare il suo primo trofeo europeo importante dalla Coppa delle Coppe del 1969/70. Tuttavia, l'allenatore sostiene che partecipare regolarmente e con successo al massimo livello è un parametro di successo importante quanto vincere titoli.
Sulla finale
In questo club ho imparato che la sovraeccitazione non ci si addice. Andiamo a Istanbul per realizzare un sogno e cercheremo di fare una buona partita. Ne abbiamo avuto la possibilità due anni fa e non ce l'abbiamo fatta, mentre l'anno scorso non l'abbiamo raggiunta per poco. Quest'anno ci siamo arrivati e cercheremo di dare il massimo.
Affronteremo questa partita come facciamo sempre in Premier League; faremo in modo che i giocatori siano concentrati su quello che devono fare, nient'altro.
Sul suo bilancio in Champions League
Da allenatore ho raggiunto 10 semifinali di Champions League e ho giocato tre finali, vincendone due; ora sono alla quarta finale. La competizione mi ha dato più di quanto avrei mai potuto immaginare. Se la mia vita finisse oggi, ne avrei vinta una da giocatore del club che amo tanto e due da allenatore.
Il calcio dà e toglie. La vita è piena di ingiustizie, ma tutto ciò che è ingiusto per me è giusto per l'Atlético de Madrid, per il Real Madrid e anche per il Barcellona. È così che va il mondo. Vogliamo sempre di più ed è sbagliato. Devi essere ambizioso, ma non avido. Questa competizione mi ha regalato momenti molto tristi che mi hanno ferito, che rimarranno per sempre nella mia mente, ma anche momenti bellissimi che rimarranno per sempre con me. È così che funziona la vita, e anche lo sport.
Cosa significherebbe vincere per il City
Tanti club hanno distrutto progetti e idee perché non sono riusciti a vincere questa competizione e tanti sono diventati grandi club perché ci sono riusciti. Anche se non la penso così, capisco che tutto ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni, che è stato ottimo, avrà senso per gli altri solo se vinciamo. Se non vinciamo, le cose sembreranno avere "meno senso": è un po' ingiusto ma dobbiamo accettarlo.
Dobbiamo anche accettare che, se vogliamo fare un passo definitivo ed essere un grande club, dobbiamo vincere in Europa. Dobbiamo vincere la Champions [League], non possiamo evitarlo, ma la cosa più importante è esserci sempre. Due anni fa c'eravamo, dopo due anni ci siamo di nuovo. Ci riproveremo e la cosa più importante è essere di nuovo qui tra qualche anno. È questo che ti rende un grande club: anno dopo anno, arrivi fino alle ultime fasi della Champions League e magari vinci anche il titolo.
Le sue motivazioni
Nello sport il fallimento non esiste. Ammettere di aver fallito è come dire che il tuo avversario non vale nulla: non può essere che abbia giocato meglio? Bisogna solo provarci, lo sport è così. Riprovare e rialzarsi. Quando vinci, devi festeggiare adeguatamente e in privato; quando perdi, puoi piangere un po' e tornare il giorno dopo. Lo sport è questo: se ci provi, non fallisci.