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I miei momenti con Lionel Messi

Graham Hunter ripercorre i 15 anni passati a raccontare le gesta di Lionel Messi a Barcellona.

 Lionel Messi dopo l'ultimo trionfo in UEFA Champions League nel 2015
Lionel Messi dopo l'ultimo trionfo in UEFA Champions League nel 2015 Getty Images

Nella mia prima intervista con Leo Messi, che risale all'estate del 2006, l'argentino mi parlò di una tempesta di emozioni e del desiderio ardente di vincere ancora la Champions League. Vi suona familiare?

Omaggio a Lionel Messi

Eravamo in un ex magazzino del Barcellona, dietro a una specie di tenda. Non c'era nessuno a metterci fretta, né in coda per parlare con lui. Ah, i bei vecchi tempi.

Allora, mi ha parlato dello scatto di rabbia che ha avuto dopo la finale di Champions League 2006 vinta dal Barcellona contro l'Arsenal a Parigi, e del suo "calentón" (vampata di calore).

Anche a soli 18 anni, era stato uno dei protagonisti dei blaugrana in Champions League, ma gli strascichi di un infortunio al bicipite femorale non avevano convinto Frank Rijkaard a convocarlo in finale.

Quando il gol di Juliano Belletti a 10' dal termine ha dato inizio alla festa, Messi ha avvertito il "calentón" e ha rifiutato di unirsi alla squadra, che in campo si godeva l'ambita coppa.

"È stato uno sbaglio, ma ho imparato. Erano le emozioni del momento… Se Dio vuole, tornerò in finale e avrò la possibilità di vincerla di nuovo", ha dichiarato Messi.

Ebbene cari lettori, Messi rimane fedele a quell'idea anche oggi, anche dopo aver vinto la coppa altre tre volte.

Il gol in extremis di Iniesta contro il Chelsea

Ricordate l'assist per il gol di Andrés Iniesta a Stamford Bridge nel 2009? Tutti ricordano il gol, ma il passaggio era di Messi.

E il colpo di testa in finale a Roma? Una pulce che trova spazio tra due pesi massimi come Rio Ferdinand e Nemanja Vidić e scavalca Edwin van der Sar, non proprio un nanerottolo.

Ma il più bel gol di Messi in assoluto, secondo me, è arrivato prima della finale del 2011 a Wembley, quando ha superato mezza squadra del Real Madrid e ha trafitto Iker Casillas.

Nei 17 anni in cui ho raccontato Lionel Andrés Messi, ho dovuto ampliare il mio vocabolario, ma è stato un vero piacere, un privilegio.

L'ho intervistato nei corridoi, su una pista di Formula 1, mentre aspettava i controlli antidoping e in un bar, quando era furioso per una cosa successa poco prima della nostra chiacchierata. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Il grande gol di Messi contro il Real Madrid

Messi non è cambiato molto nei 15 anni che sono passati tra la nostra prima chiacchierata e la conferenza stampa di addio di domenica. È ancora un giocatore che si emoziona molto, ossessionato dalla Champions League e determinato a collezionare più trofei possibili prima del ritiro.

Ed è per questo che, tranne forse i tifosi più irriducibili del Barça, nessuno dovrebbe essere troppo triste. Qualunque sia la sua prossima tappa, Messi continuerà a inseguire la "coppa dalle grandi orecchie": è garantito.

Io non me ne perderò neanche un minuto, e neanche voi dovreste.

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