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Bruno Fernandes: la magia del numero otto e il sogno di rivincere EURO

Il centrocampista racconta a EURO2024.com il suo rapporto speciale con questo numero e le sue speranze per il Portogallo in Germania.

Bruno Fernandes sogna di aiutare il Portogallo a vincere un altro EURO
Bruno Fernandes sogna di aiutare il Portogallo a vincere un altro EURO UEFA via Getty Images

Non ci vuole un genio per capire quale sia il numero preferito di Bruno Fernandes. Non solo il centrocampista portoghese indossa la maglia numero otto nel club e in nazionale, ma sono anche passati otto anni da quando la Seleção ha vinto il suo unico titolo europeo battendo i padroni di casa della Francia per 1-0 a Parigi.

In questa intervista a EURO2024.com, il 29enne giocatore parla del suo rapporto con il numero otto, dei campi in sintetico calcati in gioventù e del suo sogno più grande: regalare al Portogallo un altro trionfo.

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Il rapporto speciale con il numero otto

Oggi i numeri e i ruoli non sono più quelli di prima, quando eravamo abituati a vedere le maglie dalla 1 alla 11. Fin dall'inizio della mia carriera mi è sempre piaciuto il numero otto, soprattutto tra gli Under 15 e gli Under 17, perché ho iniziato a giocare più da centrocampista.

Il legame con il numero otto deriva dal fatto che lo indossava mio padre, perché sono nato l'otto. È una combinazione di fattori: sono nato l'8 settembre, inizia tutto da qui.

La numero otto del Portogallo

In nazionale avevo un idolo: João Moutinho, che ammiravo per il modo in cui giocava e per la sua intelligenza. Quando sono stato convocato ho avuto la fortuna, il piacere e il privilegio di giocare con lui.

La prima volta che ho indossato questo numero è stato perché João era squalificato. Sapevo che la maglia numero otto era sua e che probabilmente l'avrebbe data a qualcun altro se nessuno gliel'avesse chiesta. Ho aspettato che smettesse di giocare e ho iniziato a indossare anch'io la numero otto.

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Gli inizi

Una delle cose principali che impari giocando sull'erba sintetica è che non puoi aver paura di nulla. Rischi, sì, ma vuoi dimostrare sempre di più e non sei mai soddisfatto. Inoltre non vuoi mai perdere, perché quando giochi a cinque c'è sempre gente che aspetta fuori: chi perde esce, quindi non vuoi uscire.

Si impara la competitività, la voglia di vincere e di migliorare sempre di più. Gran parte di quello che facevo da bambino sul sintetico lo faccio ancora adesso. La passione e la volontà sono le stesse e la "dipendenza" dal calcio è ancora intatta.

La voglia di vincere EURO

[Mi piacerebbe vincere] moltissimo, ovviamente! Vorrei vivere quel momento [del 2016] in modo diverso, per poter dare a tutti i portoghesi e a tutti i ragazzi che sognano di giocare nella Seleção la stessa gioia che hanno dato a me nel 2016. Così, anche loro potranno avere questo sogno e fare grandi cose per il nostro paese.

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