Reggio Emilia pronta per la finale
martedì 16 febbraio 2016
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A 100 giorni dalla finale, e in concomitanza con il lancio delle prevendite, il trofeo della UEFA Women's Champions League è stato consegnato alla città di Reggio Emilia.
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A 100 giorni dalla finale, e in concomitanza con il lancio delle prevendite, il trofeo della UEFA Women's Champions League è stato consegnato alla città di Reggio Emilia.
In vista della finale del 26 maggio si è tenuta una cerimonia di presentazione presso la Sala del Tricolore. Qui, nel 1769, si era tenuta una conferenza con i delegati di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara che, dopo aver proclamato la Repubblica Cispadana, adottarono i colori verde, bianco e rosso della bandiera italiana.
Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha inaugurato la conferenza stampa dicendosi orgoglioso di ospitare la finale femminile (mai disputata in Italia) due giorni prima di quella di UEFA Champions League a Milano.
Carlo Tavecchio, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), ha quindi preso la parola davanti a ospiti di prestigio come Antonio Conte e Antonio Cabrini, Ct delle nazionali maschile e femminile, e Nicola Rizzoli, arbitro della finale di Coppa del Mondo FIFA 2014.
"Ringraziamo la UEFA per aver dato all'Italia la possibilità di ospitare queste due finali - ha dichiarato Tavecchio, che ha ribadito l'importanza di questa partita per il calcio femminile italiano -. In Italia ci sono solo 20.000 calciatrici tesserate, contro 1,2 milioni di uomini. Il problema non è solo sportivo, ma della società. Stiamo investendo molto per cambiare questa mentalità e riteniamo che ci siano grossi margini di miglioramento".
Karen Espelund, membro del Comitato Esecutivo e presidente del Comitato Calcio Femminile UEFA, ha apprezzato le parole di Tavecchio. "Sono molto contenta di essere qui a nome della UEFA", ha dichiarato.
"L'eredità di questa finale può essere molto importante per l'Italia. C'è spazio per molte più donne nel calcio, dobbiamo solo dare più possibilità a ragazze e bambine. Ricordo che l'Italia è stata una delle nazioni pioniere negli anni '70. Sono felice di sapere che ci sono progetti importanti per far crescere il calcio femminile sia a livello di base che a livello professionistico".
Patrizia Panico, Melania Gabbiadini e Alessia Tuttino sono state premiate dalla UEFA per aver giocato più di 100 partite con la maglia azzurra.
"Sono molto grata per il ruolo che mi è stato dato per la finale - ha dichiarato Panico, ambasciatrice dell'evento -. L'Italia ha una grande opportunità per dare visibilità al calcio femminile, perché ospita la competizione per club più importante del mondo".
Panico, autrice di 110 gol in 204 partite con l'Italia, ha aggiunto: "Sono assolutamente convinta che il calcio femminile incarni tanti valori della UEFA, come la solidarietà e la passione. Possiamo dare l'esempio per lottare contro problemi come il razzismo e altri".
"Spero che la finale dimostri che il calcio femminile sia un modello che gli uomini devono emulare, e non il contrario com'è accaduto spesso in passato".