Palmqvist pronta per la finale
mercoledì 16 maggio 2012
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La svedese Jenny Palmqvist si prepara per la finale di UEFA Women's Champions in programma giovedì tra il Lione e il Francoforte all’Olympiastadion di Monaco.
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Quasi 10 anni dopo aver diretto la prima partita internazionale tra Polonia Romania (18 maggio 2002), la svedese Jenny Palmqvist si prepara per la finale di UEFA Women's Champions in programma giovedì tra Olympique Lyonnais e 1. FFC Frankfurt all’Olympiastadion di Monaco.
La direttrice di gara, 42 anni, ha arbitrato anche la finale olimpica del 2004 e la finale di ritorno di Coppa UEFA femminile del 2009 vinta dall’FCR 2001 Duisburg davanti a 28.112 spettatori, un record. Ecco i suoi commenti a UEFA.com.
UEFA.com: è orgogliosa di essere stata scelta?
Jenny Palmqvist: Sì, molto. Sono davvero onorata di arbitrare questo incontro.
UEFA.com: come colloca la finale di UEFA Women's Champions League tra i successi della sua carriera?
Palmqvist: molto in alto, decisamente tra i primi tre. Il calcio femminile è cresciuto anno dopo anno, quindi dirigere questa partita è fantastico.
UEFA.com: quanto è difficile arbitrare oggi rispetto a 10 anni fa?
Palmqvist: il gioco è più veloce e le squadre sono più tattiche. Gli arbitri devono comportarsi di conseguenza: essere più veloci e consapevoli della tattica.
UEFA.com: come si prepara per queste partite? Suppongo che sia diverso rispetto alle normali partite di campionato...
Palmqvist: sì, ma sono fortunata. Vengo dalla Svezia, che ha uno dei migliori campionati del mondo, ed è per questo che sono riuscita a rimanere ad alti livelli.
Ho la fortuna di essere un arbitro professionista, quindi posso prepararmi bene fisicamente e tatticamente e analizzare le partite. Mettendo insieme tutti questi elementi, diventi un arbitro completo. Il tempo che hai a disposizione e la professionalità sono importanti, proprio come per i giocatori.
UEFA.com: si prepara in modo speciale per le squadre che scenderanno in campo? Voglio dire, conosce alcune giocatrici, ma si prepara specificamente in base alle loro caratteristiche?
Palmqvist: Sì, certo. All’incontro prepartita analizzeremo le squadre e le giocatrici, perché un arbitro deve essere sempre pronto a quello che può accadere.
UEFA.com: lei ha avuto una carriera promettente in altri sport. Com’è arrivata al calcio?
Palmqvist: non sarei mai arrivata alle Olimpiadi se fossi rimasta nel mondo della ginnastica o del tennis! Ho preferito fare l’arbitro e sono arrivata alla mia terza Olimpiade. È buffo, perché ho tre fratelli, ma nessuno di loro si è dato al calcio. Penso di aver ereditato la passione per il calcio da mio padre.
UEFA.com: arbitrare davanti a un vasto pubblico le dà una spinta in più?
Palmqvist: sì, l’atmosfera è più calda e la tensione si sente, ma è sempre bello arbitrare davanti a tanti spettatori.
UEFA.com: lei anche arbitrato qualche partita maschile. Ci sono differenze?
Palmqvist: sì. Nelle partite maschili c’è più intensità e forza fisica. Quando poi torni al calcio femminile, magari vedi un fallo e pensi "Oh, è un falletto", mentre per le donne può essere pesante. Credo che si possa migliorare solo con la pratica, ed è per questo che ho deciso di arbitrare di più nel calcio femminile.