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Capello: la UEFA Youth League fondamentale per i giovani

Fabio Capello spiega ai microfoni di UEFA.com come la UEFA Youth League favorisca la crescita dei calciatori e cosa debbano fare i più giovani per diventare dei top player.

L'intervento di Fabio Capello al primo forum degli allenatori di UEFA Youth League
L'intervento di Fabio Capello al primo forum degli allenatori di UEFA Youth League ©UEFA.com

Avendo vinto da allenatore sette campionati tra Italia e Spagna, nonché la UEFA Champions League del 1994 con il Milan, Fabio Capello sa bene cosa serva per avere successo.

UEFA.com ha raggiunto il tecnico 70enne dopo un suo intervento a un forum di UEFA Youth League sul lavoro dell'allenatore, per scoprire il suo punto di vista sulla competizione il cui atto finale di questa stagione si disputerà dal 21 al 24 aprile.

Sulla UEFA Youth League
"Viaggiando in Europa allarghi le conoscenze, affronti diverse tipologie di squadre che hanno ritmi diversi, stili di gioco diversi e mentalità diverse. Sono momenti molto importanti che permettono a un calciatore di migliorare. Mi sarebbe piaciuta molto la UEFA Youth League [quando facevo l'allenatore]. Ho giocato competizioni internazionale a livello giovanile, ma questa è diversa perché si affrontano le migliori giovanili d'Europa".

Fabio Capello intervistato da Ben Gladwell di UEFA.com
Fabio Capello intervistato da Ben Gladwell di UEFA.com©UEFA.com

Sul valore delle giovanili
"Il settore giovanile è molto importante per un allenatore. Il fortissimo Barcellona, oltre a Lionel Messi, ha tanti giocatori che provengono dalle giovanili; andando indietro nel tempo, il grande Milan degli anni '90 aveva calciatori che provenivano da lì. Questi sono i giocatori che passano il testimone, che trasmettono la mentalità e l'identità di una squadra ai più giovani".

Sulle semifinaliste
"Il Salisburgo potrebbe sembrare un pesce fuor d'acqua accanto a Real Madrid, Barcellona e Benfica nelle fasi finali, ma non deve essere sottovalutato dai suoi avversari. Uno de compiti principali di un allenatore è proprio quello di prevenire queste cose".

"Quando si gioca contro squadre meno celebrate, si rischia di essere disattenti. Poi i minuti passano e cominci ad andare in difficoltà, e quando ti accorgi che avresti dovuto avere un altro approccio alla gara, è già troppo tardi".

"Cose del genere possono capitare anche se avverti i tuoi giocatori in anticipo. Ho sempre osservato il riscaldamento delle mie squadre, così come quello degli avversari, e guardandolo si capiscono molte cose. In quel momento mi rendevo conto di come si allenavano e se erano concentrati. Quando vedevo le mie squadre riscaldarsi con sufficienza, gli dicevo sempre che se avessero giocato allo stesso modo, non avremmo avuto scampo. Questi piccoli dettagli sono fondamentali".

Come possono i giovani diventare dei top player?
"Se pensi di poter crescere senza fare sacrifici, perderai la strada anche se hai talento. 'No pain, no gain' (senza fatica non si ottiene nulla) si dice in inglese. Ci sono sempre margini di miglioramento, e inoltre la parte atletica è fondamentale quindi bisogna sempre allenarsi bene. Cosa ancora più importante, devi dare sempre tutto perché questo è il tuo lavoro. Non dico che si deve fare una vita da monaco, ma se ti alleni, allora migliori; se vivi in maniera sana, migliori!".

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