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Non chiamatelo Dudinho

Soprannominato 'Ondrej Di María' e 'Dudinho' per la sua tecnica, il giovane Ondrej Duda sta facendo faville al Legia Varsavia ma ricorda a UEFA.com: "Sono slovacco, non brasiliano".

Ondrej Duda è in gran forma
Ondrej Duda è in gran forma ©Ilya Tarasenko

Saltando due giocatori e concludendo in bello stile, Ondrej Duda ha segnato il gol che ha regalato al Legia Warszawa l'1-0 in casa dell'FC Metalist Kharkiv alla terza giornata di UEFA Europa League.

"È stato il gol più bello della mia carriera - commenta il trequartista a UEFA.com prima della nuova sfida contro il Metalist -. Ma il gol non è stato il momento più importante della partita, perché Dušan Kuciak ha parato un rigore. Il Metalist è un'ottima squadra, ma ora giocheremo in casa e vogliamo assolutamente i tre punti".

Mentre Varsavia si prepara a ospitare la finale di questa edizione, il Legia è una delle tre squadre che devono ancora perdere punti nel torneo. "Ci sono Fiorentina, Dinamo Moskva e Legia Warszawa: essere fra le tre più forti significa molto per noi".

Arrivato lo scorso inverno dagli slovacchi dell'MFK Košice, Duda ha dato una grossa mano alla squadra di Henning Berg e viene considerato l'erede naturale di Miroslav Radović, uno dei migliori calciatori polacchi. "Radović è infortunato, ma prima della partita contro il Metalist mi ha detto che avrei segnato. Ci sono riuscito e sono contento di non averlo deluso, perché non solo mi chiama 'figlio', ma anche 'Ondrej Di María'".

Essere paragonato all'argentino del Manchester United FC è solo uno dei complimenti ricevuti dal giovane. "Alcuni mi chiamavano 'Dudinho' per la mia tecnica, ma vi assicuro che sono slovacco e non brasiliano", commenta con un sorriso il nazionale Under 21.

Duda, però, è anche in testa alla classifica dei falli commessi (15) dopo tre partite del Gruppo L. "Forse è perché non sono molto esperto. A volte commetto falli che potrei evitare, ma prometto che ci lavorerò".

Come i suoi compagni, la promessa del calcio slovacco spera di arrivare allo stadio nazionale di Varsavia il 27 maggio. "Andiamo avanti un passo alla volta, ma devo ammettere che ci abbiamo pensato. Rimaniamo modesti, ma sognare non costa niente, no? I miei genitori vengono a vedermi. Se dovessimo arrivare in finale, probabilmente ci saranno tanti altri parenti che vorranno i biglietti".