Gian Piero Gasperini: la mia filosofia di gioco e la finale di UEFA Europa League contro il Leverkusen – Intervista
lunedì 20 maggio 2024
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In vista della sfida tra Atalanta e Leverkusen a Dublino, il tecnico della Dea si sente ottimista e commenta a UEFA.com: "Spero di dare loro problemi e di farli sbagliare".
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A 66 anni, Gian Piero Gasperini è arrivato alla sua prima finale di una competizione UEFA per club, quella di UEFA Europa League tra Atalanta e Leverkusen a Dublino. Tuttavia, come racconta il tecnico a UEFA.com, i trofei non sono l'unico parametro per misurare il successo nel calcio.
Nel corso della sua lunga carriera, Gasperini è diventato famoso per la capacità di coltivare giovani talenti, giocare uno spettacolare calcio offensivo e fare risultati contro squadre teoricamente più equipaggiate. Un tempo considerato troppo rischioso, il suo 3-4-3 è diventato familiare ai massimi livelli del calcio europeo, ma uno o due trofei in più in bacheca non sarebbero certo da disprezzare.
La prima finale europea
Suona bene. È un grande traguardo e motivo di soddisfazione, ottenuto in una stagione davvero positiva da parte di tutta la squadra. È il punto più alto della mia carriera? Sì, in termini di realizzazione e prestigio assolutamente. In termini di gratificazioni, per fortuna ne ho avute parecchie, anche se forse non allo stesso livello.
Non credo che vincere una coppa faccia sempre parte dei parametri con cui si giudica il successo. Ognuno ha i propri obiettivi. Se riesci a superarli di molto, come è successo quest'anno, devi comunque ritenerti molto soddisfatto. Ovviamente, se riusciamo ad aggiungere anche una coppa saremo ancora più soddisfatti.
L'avventura all'Atalanta
Tutto è iniziato otto anni fa, all’improvviso, come capita di solito con le cose belle. In quel periodo c'erano tanti giocatori delle giovanili, vicini alla prima squadra ma poco coinvolti. È stata quella la svolta: da lì in poi il mondo dell'Atalanta è cambiato un po'. Prima l'Europa League, poi la Champions League.
Ci sono state tre qualificazioni consecutive in Champions League per una squadra che giocava anche un ottimo calcio e segnava tanto. Anche la corsa in Champions League [2019/20] ci ha dato una grande spinta. Siamo arrivati a un passo dalla semifinale e abbiamo affrontato il Paris. È sempre rimasto il massimo traguardo raggiunto, ma devo dire che quest’anno forse lo abbiamo superato e siamo andati oltre.
La ricerca del successo europeo in questa stagione
La squadra lo ha sempre voluto. A volte ci sono squadre forti tecnicamente ma prive di fame e determinazione. Dall'inizio della fase a gironi, quando abbiamo giocato a Lisbona e non eravamo favoriti (lo Sporting lo era) abbiamo giocato grandi partite contro avversari forti. Naturalmente, vincere ad Anfield ha aumentato ancora di più la nostra fiducia.
Il Leverkusen, ultimo ostacolo
I suoi risultati parlano da soli: non ha mai perso quest'anno. Affronteremo una squadra molto tosta, che ha fatto qualcosa di straordinario nel suo paese. Sono molto solidi e compatti, difficili da superare. Creare spazi contro di loro è difficile e in più hanno velocità e tecnica in attacco. Sono un'ottima squadra, altrimenti non avrebbero ottenuto questi risultati, ma anche noi abbiamo attributi importanti e spero di poter dare loro problemi per farli sbagliare.
Le due squadre hanno un modulo simile: sono molto contento, perché quando ho iniziato a usarlo qualche anno fa eravamo praticamente gli unici. Eravamo noi quelli strani. Adesso, in Champions ed Europa League, ci sono tante squadre che giocano allo stesso modo, anche se con il proprio approccio e il proprio stile. Tre difensori e tre attaccanti sono diventati di moda, si potrebbe dire, o almeno molto comuni.