Conte pronto per il Siviglia: "Dimostriamo di essere i migliori"
mercoledì 19 agosto 2020
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"È una finale, solo le squadre migliori ci arrivano", ha detto il tecnico dell'Inter ai microfoni di UEFA.com.
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Arrivato a maggio 2019 sulla panchina dell'Inter, Antonio Conte ha modellato la squadra a sua immagine e somiglianza. Nelle Finals di UEFA Europa League, i nerazzurri hanno sempre dato l'impressione di essere una squadra estremamente solida e coesa: con una serie di prestazioni in crescendo si sono guadagnati l'accesso alla finale di venerdì contro il Siviglia.
Seconda a un solo punto dai campioni d'Italia della Juventus, l'Inter del 51enne Conte sta ricevendo molti elogi in questo finale di stagione. L'ex centrocampista vuole solo che l'Inter non abbia nulla da rimproverarsi dopo la finale col Siviglia.
Sulla sua prima stagione all'Inter
Dobbiamo ancora tirare le somme perché c'è un'ultima partita da giocare, e per noi è la più importante - è una finale e abbiamo la possibilità di vincere una coppa. Penso che sia stata una stagione complessivamente positiva. Abbiamo fatto cose importanti e abbiamo fatto grandi passi in avanti.
Siamo riusciti ad arrivare alla finale di UEFA Europa League nonostante la piccola delusione di non aver superato la fase a gironi di Champions League. Vediamo il bicchiere mezzo pieno, perché [quella delusione] ci ha permesso di avere un ottimo cammino in Europa League. Credo che questa squadra, con tanti giovani inesperti, ne avesse bisogno.
Sulla coppia offensiva Romelu Lukaku-Lautaro Martínez
Conoscevo molto bene Lukaku perché è un giocatore che seguivo da tempo. Ho provato tante volte a prenderlo nei miei ex club. Conosco le sue caratteristiche. Per quanto riguarda Lautaro, era un giocatore che avevo ammirato in televisione, anche se l'anno scorso non aveva giocato molto. Ho visto le sue capacità e le sue qualità. Era inevitabile che lavorando insieme e lavorando molto, si sviluppasse l'intesa tra i due. Sono giocatori che hanno il tipico egoismo di un attaccante, ma anche l'altruismo di giocare per la squadra e aiutare gli altri a segnare.
Su Diego Godín
Aveva bisogno di un po' di tempo per adattarsi al nostro stile di gioco, che era completamente diverso da quello a cui era abituato [all'Atlético Madrid]. Ha dovuto imparare a difendere spingendo in avanti, e a difendere con 50 metri di spazio alle spalle. Ha però avuto la forza, la professionalità e l'umiltà di mettersi a disposizione e di ampliare la sua mentalità e il suo modo di giocare. Il merito quindi è suo. Si è messo in gioco e ha accettato la nuova sfida, e ora raccoglie grandi risultati.
Sulla finale col Siviglia
Sarà una partita difficile. Affronteremo la squadra con più esperienza e che ha vinto il maggior numero di titoli nell'ultimo decennio in questa competizione. Dovremo essere sempre attenti, ma anche giocare la nostra partita con grande entusiasmo e coraggio, come abbiamo fatto finora. È una finale e solo le squadre migliori arrivano in finale, quindi dobbiamo dimostrare in campo che siamo i migliori se vogliamo sollevare questo trofeo.
C'è voglia di vincere, voglia di riportare la coppa in Italia - e soprattutto desiderio di riportare un trofeo nella bacheca dell'Inter. Il Siviglia, però, avrà la nostra stessa idea, quindi dovremo dimostrare di essere noi i migliori. Per me è sempre importante poter dire ai ragazzi a fine partita che non abbiamo rimpianti. Se saremo la squadra migliore, alzeremo il trofeo. Altrimenti avremo dato il massimo e applaudiremo i nostri avversari.