La stellina statunitense Pulišić su Dortmund, Germania e Atalanta
mercoledì 14 febbraio 2018
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"Arrivare in Germania e non parlare una singola parola di tedesco è decisamente diverso", ha raccontato Christian Pulišić, lo statunitense del Dortmund, parlando della sua avventura in Europa.
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Il giovane centrocampista offensivo del Dortmund, Christian Pulišić, per inseguire il sogno di diventare un calciatore ha lasciato la sua natia Pennsylvania trasferendosi in Europa. A Dortmund ha imparato una nuova lingua, dimostrando che niente l'avrebbe fermato dall'imporsi in prima squadra. Il 19enne ci parla della sua avventura in Europa.
Sulle chances del Dortmund in Europa League
Vogliamo vincere l'Europa League. Vogliamo andare in campo e dimostrare che possiamo essere i migliori della competizione. Questa sarà la nostra mentalità in ogni singola partita. Adesso ci aspetta l'Atalanta; l'abbiamo affrontata nel pre-campionato ed è stata una gara difficile [l'Atalanta ha vinto 1-0 ad Altach, in Austria]. Mi aspetto una squadra forte difensivamente. Ci renderanno difficile ogni singolo dettaglio e dovremo combattere se vorremo andare avanti.
Sulla sua formazione calcistica in Pennsylvania
Sono sempre stato circondato dal calcio. Entrambi i miei genitori [Mark e Kelly Pulišić] erano calciatori; loro mi hanno iniziato al calcio, ma non mi hanno mai fatto alcuna pressione per giocare. Hanno sempre voluto che mi divertissi. Ho sempre giocato contro ragazzi più grandi. Io sono sempre stato minuto - sempre il più piccolo in campo, e ho sempre dovuto pensare più velocemente e usare maggiormente la mia tecnica piuttosto che il fisico per giocare e muovermi in campo. Questo mi ha reso un giocatore molto più intelligente.
Sul trasferimento al Dortmund nel 2015
Era un'opportunità che non potevo farmi sfuggire. Conoscevo qualcosa della sua storia e sapevo quanto il club fosse attento alla crescita dei giovani. Avevo paura di venire in Europa e di trasferirmi in una nazione straniera. Sapevo non sarebbe stato facile. Sapevo anche che mi sarebbe mancata casa, cosa che è successa e ancora capita, ma era un qualcosa che dovevo fare se volevo raggiungere il mio obiettivo finale. Arrivare in Germania e non parlare una singola parola di tedesco è decisamente diverso.
Sul primo allenamento con la prima squadra all'inizio del 2016
Non lo dimenticherò mai. Ero a scuola e penso che mio padre sia stato il primo che mi ha scritto perché ha scoperto che mi stavo allenando con la prima squadra quel giorno. Ero emozionato e in ansia nello stesso tempo. Ho provato a restare freddo, ma è stato davvero un giorno incredibile. Andare lì e vedere [Marco] Reus e [Pierre-Emerick] Aubameyang; farsi togliere il pallone da Mats Hummels – è stato sicuramente uno shock all'inizio, ma è stato fantastico.
Sull'essere uno del Dortmund
È la mia seconda casa. È dove vivo praticamente tutto l'anno. Quando sono nel mio appartamento mi sento decisamente a casa. Le mie ambizioni col club? Voglio continuare a guadagnarmi il posto ogni settimana, giocare ogni weekend, stare bene e disputare una grande stagione. Se potessi raggiungere i miei obiettivi personali, quelli sarebbero gli stessi del mio club.