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Il Milan perde, ma non si fa male

Sul campo del Rijeka i Rossoneri - già matematicamente primi nel Gruppo D - incappano in una sconfitta indolore: decidono Jakov Puljić e Mario Gavranović con un gol per tempo. Gennaro Gattuso ancora senza successi.

Guarda le azioni salienti della sfida della sesta giornata della UEFA Europa League 2017/18.

Una sconfitta indolore, quella incassata del Milan sul campo del Rijeka, ma non per questo meno rumorosa. Con il primo posto nel Gruppo D di UEFA Europa League già in cassaforte, i Rossoneri vengono battuti 2-0 in Slovenia e rimandano ancora l'appuntamento con il primo successo dall'approdo di Gennaro Gattuso in panchina. 

A decidere la sfida a favore dei padroni di casa due gol in avvio di entrambe le frazioni di gioco. Apre le danze, al 7', una magistrale punizione dai 25 metri di Jakov Puljić: destro a giro che sfiora il palo interno e pallone che si insacca alle spalle di Marco Storari. Il raddoppio sloveno arriva al 47' e porta la firma di Mario Gavranović, con una girata mancina sugli sviluppi di un cross radente.

Nel primo tempo il Milan è tutto in un pallonetto fuori misura tentato da Patrick Cutrone al 39'; troppo poco per pensare di rimettere la sfida sui binari giusti. Nella ripresa, complice anche il raddoppio del Rijeka, la manovra rossonera si fa meno compassata, ma le palle-gol nitide latitano.

Ci provano senza fortuna Luca Antonelli e Davide Calabria, poi è André Silva -capocannoniere del Milan in Europa - a tentare la conclusione in rovesciata, ma l'esito non è dei migliori. La punizione di Biglia finisce fuori di poco, poi la chance più ghiotta è ancora per Cutrone: colpo di testa in anticipo con il pallone che però rimbalza sul terreno e si perde oltre la trasversa. 

E' di fatto l'ultimo sussulto rossonero: in formazione ampiamente rimaneggiata, gli uomini di Gattuso sono costretti ad abbandonare i propositi di rimonta e concedono un successo di prestigio alla squadra di casa. Matura così una sconfitta indolore per la classifica, ma forse non per il morale.