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Esclusiva: Spalletti su Totti, Džeko e Strootman

Spalletti ci parla del capitano giallorosso - "un genio" -, ci racconta come è tornato il vero Džeko e di come Strootman potrebbe giocare in qualsiasi squadra al mondo.

Esclusiva: Spalletti su Totti, Džeko e Strootman
Esclusiva: Spalletti su Totti, Džeko e Strootman ©AFP/Getty Images

Abbiamo parlato con Luciano Spalletti in vista dei prossimi impegni della Roma in UEFA Europa League e tra i tanti argomenti trattati con il tecnico giallorosso ci siamo soffermati anche su tre singoli: Edin Džeko, Kevin Strootman e capitan Francesco Totti.

LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA CON SPALLETTI

UEFA.com: Totti, che ruolo ha ancora nella Roma e com’è il vostro rapporto?

Spalletti: Totti è stato, è, sarà tutto per la Roma. La soluzione che la Roma cerca è Totti, è una scorciatoia. Ha fatto vedere, l’anno scorso e questo, di poter ancora dare una mano alla squadra da un punto di vista tecnico, qualitativo e di creatività per la ricerca del risultato. Totti è un genio, non è solo un talento. 

Cinque perle di Totti

Se riesci a sostenerlo come forza di collettivo di squadra, il calciatore geniale riesce a mettere questa qualità e questo genio dentro le giocate. Chiaro che se la squadra non ha il possesso della palla e della partita, diventa più difficile. Per cui vanno solo fatte queste valutazioni, che sono corrette per un calciatore della sua età. Anche se ora è ancora più attaccato a quello che è il periodo calcistico che gli è rimasto. Perché lo vedi che spesso si allena in maniera migliore della volta precedente.

UEFA.com: Edin Džeko, come l’ha recuperato?

Spalletti: Io non ho recuperato niente, perché poi è sempre il calciatore che fa la differenza. Io gli posso far trovare un ambiente migliore dove lui può riconoscere le sue qualità o posso tentare di far crescere un ambiente che permetta a questi calciatori di poter evidenziare le proprie qualità.

Io penso che la differenza con Edin sia stata quella di farlo sentire più a casa sua: i tifosi della Roma hanno cominciato ultimamente ad apprezzarlo, anche perché lui ha fatto la prima mossa. La prima mossa di Edin è stata quella di dirmi “Mister, io voglio rimanere alla Roma, voglio far vedere quello che è il mio valore”. Per me è stata la risposta che volevo sentire, che mi sarei aspettato, perché in quel momento non aveva un grande mercato, non avremmo potuto cambiarlo con un giocatore del suo livello, la prima cosa era riuscire a recuperare questo giocatore.

La doppietta all'Austria Vienna

Io non gli ho dato una mano l’anno scorso, perché una volta l’ho sostituito mettendo Totti ed era il momento in cui lui non andava bene: la sua uscita con lo stadio che fischiava, l’entrata di Francesco con tutto lo stadio che applaudiva. Quello è stato un errore importante da parte mia, me ne sono reso conto. Quest’anno non l’ho più fatto, mi ero ripromesso che era una cosa che non dovevo più fare anche se poi mi può portare il risultato.

Abbiamo alleggerito questo discorso qui, nel senso che non è più diventato un conflitto - o gioca Totti o gioca Džeko - perché durante la preparazione quest’anno li ho fatti giocare spesso insieme e Totti ha fatto degli assist importanti per Džeko. E poi quando li ho messi insieme contro la Sampdoria, che hanno ribaltato il risultato. Quello è stato un altro momento importante.

Quando i giocatori, anche quelli un po’ più padroni della situazione - qui c’è ancora bisogno di avere un po’ di romanità nelle radici della squadra, noi abbiamo dei giocatori che hanno proprio questa qualità, questa caratteristica, questa forza di essere giocatori della Roma perché sono di Roma e sono tanti anni che giocano qui - quando uno come De Rossi gli ha concesso di battere il rigore contro il Sassuolo e lui ha fatto gol. Questi sono segnali.

Poi quando, abbracciandolo, [De Rossi] si è lasciato andare a un’espressione che poteva anche non andar bene ma che voleva solo dire che Dzeko è forte e non va criticato e basta, quelli sono segnali forti. Che lui ha ricevuto come l'essere accettato dentro una grande squadra, una famiglia, un grande gruppo. Lui ha dato del suo e ha ricevuto anche qualcosa in cambio.

Edin ha fatto quei progressi che doveva fare e ora con lui la situazione è a posto. Anzi, ora noi ci godiamo i vantaggi.

UEFA.com: Strootman: quanto è importante per lei riaverlo in squadra, visti i problemi fisici che ha avuto, e quanto è importante Strootman per far girare la Roma?

Spalletti: Strootman è un giocatore eccezionale, una persona bellissima sotto tutti gli aspetti. Basta vedere con che voglia e partecipazione emotiva si allena, che mette anche dentro il quotidiano, non solo nelle partite. E’ uno veramente degli uomini squadra che ti determina quello che è il ritmo, che si fa sempre trovare pronto la domenica: se sei pronto, vinci. Se non sei pronto, non lo sai quello che è il risultato.

Con giocatori come Strootman sei sempre pronto, perché lavori nella maniera corretta. E’ una persona serissima, un campione che tutti vorrebbero avere nella propria squadra. Tu dici dove potrebbe stare Strootman? Barcellona, Bayern Monaco… ce lo butti dentro e Strootman è di quelli lì, vedi che è un giocatore che può giocare in quelle squadre. Per cui, hai detto tutto.

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