In Macedonia: 'Siamo tutti del Rabotnicki'
giovedì 20 agosto 2015
Intro articolo
"Davide può battere Golia", ha detto il centrocampista Milovan Petrovikj prima degli spareggi che potrebbero fare divenire il Rabotnicki la prima squadra macedone a qualificarsi alla fase a gironi.
Contenuti top media
Corpo articolo
Il Rabotnicki non è, forse, la squadra più popolare dell'ERJ Macedonia, ma nella partita di giovedì contro il Rubin Kazan potrà contare sul sostegno di tutta la nazione. La formazione macedone potrebbe diventare, infatti, la prima squadra del paese a qualificarsi a una fase a gironi di un'importante competizione UEFA.
I detentori della Coppa di Macedonia hanno eliminato gli estoni del Flora Tallinn, i lettoni del Jelgava e – vera e propria impresa – i turchi del Trabzonspor nel cammino che li ha portati a giocarsi l'accesso alla fase a gironi di UEFA Europa League, dal primo turno di qualificazione agli spareggi. La squadra di Igor Angelovski due settimane fa ha fatto sognare i propri tifosi in Turchia. La rete del subentrante Kire Markoski (20 anni) al 112' minuto è valso il pareggo e il passaggio del turno grazie al complessivo 2-1, nonostante i macedoni fossero in inferiorità numerica da 55 minuti.
"Abbiamo ricevuto tanti complimenti da parte di persone del Trabzonspor. Dicevano tutti che siamo stati la squadra migliore e che abbiamo meritato di passare il turno", ha detto il 39enne Angelovski, studente UEFA Pro licence che si occupa della squadra mentre Tomislav Franc è l'incaricato ufficiale nelle partite di UEFA Europa League. Gli elogi in casa sono stati ancora più esaltanti; il risultato del Rabotnicki è stato paragonato all'impresa del Vardar che nelle qualificazioni di UEFA Champions League 2003/04 era riuscito a eliminare addirittura il CSKA Moskva. "Siamo tutti Rabotnicki" titolava la prima pagina di un giornale locale.
"Sentiamo l'intera nazione dietro di noi nel nostro tentativo di realizzare qualcosa che nessun club macedone è mai riuscito a fare in Europa prima d'ora", ha raccontato Angelovski a UEFA.com. "Vardar, Shkëndija e Renova sono tutti usciti prematuramente, per cui noi non siamo solo il Rabotnicki ma rappresentiamo l'intero calcio macedone. È nostro dovere mettercela tutta".
Fondato nel 1937, il Rabotnicki (letteralmente: la squadra dei lavoratori) ai tempi dell'ex Jugoslavia era una squadra di seconda fascia. Diviene una delle più importanti squadre nazionali nel nuovo millennio, quando vince quattro titoli macedoni e quattro coppe nazionali negli ultimi dieci anni. Club che non può fare dell'aspetto ecomico il suo punto di forza, la politica del Rabotnicki è tutta incentrata sulla valorizzazione dei giovani. Anche nel 2011 la squadra era arrivata agli spareggi, ma si era arresa complessivamente per 9-1 alla Lazio.
Il centrocampista Milovan Petrovikj e Stephan Vujcic, sono gli unici ancora in rosa di quel Rabotnicki, ma quel risultato nell'unico precedente non li spaventa nonostante le pesanti assenze di Blazhe Ilijoski, Dusko Trajcevski e Ivan Mitrov che salteranno l'andata in casa contro il Rubin per infortunio o squalifica. "A differenza di quattro anni fa, adesso siamo una squadra molto compatta", spiega Petrovikj, 25enne centrocampista del Rabotnicki, a UEFA.com. "Il Rubin non è la Lazio. Certo, partono comunque da favoriti, la palla è rotonda, e poi con i nostri tifosi e l'intera nazione vicina, abbiamo qualche speranza. Già in questa stagione abbiamo dimostrato che qualche volta Davide può battere Golia, e noi crediamo di poterlo battere di nuovo".