Rakitić: Siviglia pronto a calare il tris
venerdì 9 maggio 2014
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Dopo avere raggiunto la finale di UEFA Europa League a suon di rimonte la formazione andalusa è determinata a emulare i successi ottenuti nel 2006 e 2007, come conferma il capitano Ivan Rakitić.
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Dopo il profondo rinnovamento operato in estate, la finale di UEFA Europa League poteva sembrare un traguardo non alla portata del Sevilla FC.
E invece mercoledì il Siviglia si presenterà a Torino per sfidare l'SL Benfica dopo una brillante cavalcata impreziosita dalle rimonte contro Real Betis Balompié, FC Porto e infine, nel recupero della semifinale, Valencia CF. Alla quarta stagione in Andalusia, il capitano Ivan Rakitić ha parlato con UEFA.com di questo risultato e ha espresso il desiderio di emulare i successi del club nel 2006 e 2007.
UEFA.com: Il Siviglia ha sfoderato alcune prestazioni eccellenti in questa edizione della UEFA Europa League, in particolare nella gara di ritorno contro il Betis e in casa contro il Porto. E' stata in qualche modo una sorpresa?
Ivan Rakitić: Non direi che è stata una sorpresa. A inizio stagione, è vero, non pensavamo di arrivare così lontano alla luce dei cambiamenti radicali, ma la squadra se lo è meritato.
Non è stato facile rimontare contro Betis e Porto, poi ancora centrare la finale contro il Valencia all'ultimo minuto. Questo dimostra il carattere della squadra. Dobbiamo ancora migliorare molto, ma nel complesso la squadra ha fatto un ottimo lavoro. Ci meritiamo la finale.
UEFA.com: Unai Emery è arrivato a gennaio 2013 e in estate ci sono stati 14 nuovi innesti nella rosa. Questo la dice lunga sul suo lavoro...
Rakitić: C'è stato un viavai di calciatori senza precedenti, anche se c'era un'ossatura di quattro-cinque calciatori. In ogni caso, questo dimostra la bontà del lavoro del club, dell'allenatore e del direttore sportivo Monchi.
Tutto ha funzionato bene. Basta guardare il caso del Betis. Lo scorso anno giocavano molto bene, poi hanno cambiato molto come noi, ma loro sono calati e noi siamo migliorati. Anche se abbiamo perso qualche calciatore importante, il livello non è sceso e, anzi, vogliamo continuare a migliorare.
Rakitić: A dire il vero quello non è stato un momento facile per me: non riuscivamo a capacitarmi di quello che stava succedendo. Ma è importare restare positivi. Sapevamo di potere fare male, su un corner, una punizione o un fallo laterale, come è successo alla fine. Siamo rimasti uniti e quando si è presentata l'occasione l'abbiamo colta. Il colpo di testa di Stéphane Mbia è stato una vera fucilata. Raggiungere la finale in quel modo ha reso tutto ancora più speciale.
E' stato indimenticabile. Dopo 90 minuti di sofferenza arriva un momento così e hai voglia di abbracciare e baciare tutti, arbitro compreso. Ringrazio la squadra e i tifosi che sono stati sempre al nostro fianco.
UEFA.com: Il Siviglia può battere il Benfica a Torino?
Rakitić: Siamo molto ottimisti. E' normale volere vincere dopo essere arrivati qui. Certo, il Benfica è una squadra molto esperta, che ha giocato molte finali. Rispettiamo la forza e la qualità del nostro avversario, ma dovremo badare soprattutto a noi stessi.
UEFA.com: Cosa significa essere in finale?
Rakitić: Le finali vanno vinte. Francamente non so se qualcuno si ricorderà delle partite contro Porto o Betis, quest'ultima forse sì, mentre tutti si ricorderanno della finale. Dovremo fare il massimo per regalare a questo club un altro trofeo e scrivere un'altra pagina di storia.
UEFA.com: Il Siviglia ha già vinto il trofeo nel 2006 e 2007 …
Rakitić: Tutti qui conoscono i minimi dettagli di quelle imprese. Vuol dire che si conosce il valore della competizione. Il gol all'ultimo minuto di Antonio Puerta contro lo Schalke [nel 2006], quello di Andrés Palop a Donetsk contro lo Shakhtar l'anno seguente, e adesso quello di Mbia. Speriamo che questa finale possa finire quelle del 2006 e 2007. Siamo perfettamente consapevoli di cosa voglia dire per il club e per i tifosi. In fondo, è per questo che giochiamo, ci alleniamo e lottiamo.