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Obiettivo qualificazione per la Lazio

In casa del Legia Varsavia, sempre sconfitto nelle prime quattro partite, i Biancocelesti inseguono i tre punti che significherebbero sedicesimi di finale. Petković: "Sfida molto importante, dobbiamo essere undici guerrieri".

Obiettivo qualificazione per la Lazio
Obiettivo qualificazione per la Lazio ©Getty Images

In campionato non vince da un mese esatto, digiuno che l’ha fatta retrocedere all’ottavo posto in classifica. In UEFA Europa League, invece, la SS Lazio ha quasi sempre mostrato la sua versione migliore, perdendo una sola delle ultime diciotto partite disputate. E’ questa seconda versione che Vladimir Petković si aspetta di vedere giovedì sera sul campo di una Legia Warszawa sempre sconfitto nelle prime quattro partite del Gruppo J, in una sfida “molto importante” per rimanere in Europa.

Imbattuta nel girone, con due vittorie in casa e altrettanti pareggi in trasferta, la Lazio cerca in Polonia il primo acuto esterno, per conquistare matematicamente la qualificazione ai sedicesimi e giocarsi poi il primato contro il Trabzonspor AŞ, che arriverà a Roma il prossimo 12 dicembre. “Dobbiamo proseguire la nostra marcia in Europa”, suona la carica Petković nella conferenza stampa della vigilia, “e se possibile raggiungere il primo posto che è molto importante. Giocare il ritorno in casa nella fase a eliminazione diretta offre qualche privilegio”.
    
Il Legia non ha più nulla da chiedere, ma allo Stadion Wojska Polskiego giocherà con il coltello tra i denti per regalare un risultato di prestigio ai suoi tifosi. “Mi aspetto un avversario tosto”, conferma il tecnico bosniaco, "anche all'Olimpico fece bene all'andata. Il Legie ha tanta corsa e velocità e con il Trabzonspor ha fatto una buona partita, tirando di più ma perdendo, così come è successo a noi diverse volte in questa stagione. Proverà a chiudere in bellezza, mettersi in mostra contro una formazione italiana perché è sempre una vetrina importante".

Giovedì sera non ci saranno Antonio Candreva e Miroslav Klose, due dei big biancocelesti, mentre sono stati regolarmente convocati gli acciaccati Senad Lulić e Federico Marchetti, anche se il portiere della nazionale dovrebbe lasciare nuovamente il posto all’albanese Etrit Berisha. “Dovrebbero giocare i migliori in questo momento”, annuncia Petković, “alcuni sono un po' acciaccati, deciderò se impiegarli. Mi aspetto una Lazio che in campo si aiuta, dobbiamo essere undici guerrieri che in ogni momento sanno cosa fare. Cercheremo di ottenere questo tutti insieme”.

Anche se in UEFA Europa League è sempre stata all’altezza della situazione, è però innegabile che la squadra non attraversi un periodo positivo. “In certi momenti bisogna confrontarsi e valutare la situazione, sappiamo che non abbiamo fatto una bellissima figura a Marassi”, riconosce il 50enne di Sarajevo tornando sulla partita contro l’UC Sampdoria, pareggiata al 94’, “Ma non tutto è così nero come è stato disegnato, dobbiamo e sappiamo fare meglio già a cominciare contro il Legia. Occorre fare cerchio per superare le difficoltà incontrate”.

Petković fa anche autocritica. “Chi lavora sbaglia, ma cercherò sempre di dare il mio meglio, come giocatori e società”, sottolinea, “Sui moduli non capisco la differenza tra 4-3-3, 4-1-4-1, eccetera. Non vedo che cosa cambi e tutti questi problemi per i movimenti dei giocatori, io credo sia normale che l’assetto possa cambiare a seconda degli interpreti in campo. Ho diverse responsabilità, io e i giocatori abbiamo parlato, cercheremo di correggerci e di andare nella strada giusta”.

Il centrocampista Lucas Biglia, che dovrebbe tornare titolare a centrocampo al fianco di Hernanes e Álvaro González, invita a tenere alta la concentrazione. “Quando giochi in Europa ogni errore è un gol, qui dobbiamo fare maggiore attenzione rispetto al campionato”, avverte, “Mi aspetto una partita difficile e dura, per la Lazio sarà importante restare compatta e giocare un buon calcio”.

L’argentino non pensa però che sia ancora il momento di puntare tutto sulla UEFA Europa League. “In Italia c’è un livello più alto che in Belgio”, dice l’ex giocatore dell’RSC Anderlecht, “quello italiano è un calcio difficile, io devo lavorare e fare le cose che mi chiede il mister. Noi comunque vogliamo continuare in Europa e fare ben anche in campionato, meritavamo di stare più in alto in classifica, ma siamo coscienti di dover dare di più".

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