Benfica e Chelsea cercano gloria in Europa League
martedì 14 maggio 2013
Intro articolo
La loro storia europea avrà anche parabole opposte, ma una vecchia superpotenza come l'SL Benfica e una nuova come il Chelsea FC hanno la stessa grande voglia di vincere la UEFA Europa League per la prima volta.
Contenuti top media
Corpo articolo
"La partita più importante della carriera”, per Jorge Jesus, il premio per una stagione difficile per Rafael Benítez – SL Benfica e Chelsea FC si sfidano in finale di UEFA Europa League arrivando alla partita in diverse condizioni mentali ma con lo stesso obiettivo: la vittoria.
Guardando il recente curriculum europeo delle due squadre ci sono pochi dubbi su chi reciti il ruolo di favorito della vigilia. Anche senza Eden Hazard, i campioni d’Europa del Chelsea – almeno per altri dieci giorni – sperano di diventare la quarta squadra ad avere in bacheca Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe UEFA e Coppa UEFA/UEFA Europa League.
In Benítez, la cui avventura a Stamford Bridge è ormai agli sgoccioli, i Blues hanno un tecnico che ha già vinto tutto. Il tecnico spagnolo non resiste alla tentazione di ricordare la finale di UEFA Champions League del 2005. Anche il Benfica sa come si vince in Europa, ma per averne testimonianza bisogna sfogliare i libri di storia delle competizioni europee.
Nell’unica finale giocata ad Amsterdam, al vecchio Olympisch Stadium nel 1962, un Benfica preso per mano da Eusébio cancellò la tripletta nel primo tempo di Ferenc Puskás battendo il Real Madrid CF 5-3. Era il secondo titolo europeo consecutivo per un Benfica che poi ha perso le sei successive finali UEFA disputate. Le Aquile non sono più tornate a volare.
"Il Benfica si è fatto un nome negli anni '60 e ’70 – ha detto Jesus -, ma in questi ultimi anni si è riguadagnato una reputazione – abbiamo recuperato il prestigio internazionale. Paragonando le prestazioni di Chelsea e Benfica in Europa negli ultimi anni è normale considerare il Chelsea favorito, ma la finale è la finale e il Benfica ha ottime possibilità di vincerla".
La presenza di Eusébio fa capire che il Benfica è un club che guarda al quadro d’insieme oiù che al singolo episodio. Ecco perché Jesus è sicuro che i suoi uomini si riprenderanno dal "terribile colpo" di sabato, la sconfitta allo scadere per 2-1 contro l’FC Porto che molto probabilmente vale un titolo.
Jesus insiste sul fatto che le scorie del weekend “non incideranno sulla finale di Europa League". E nemmeno l’assenza di Maxi Pereira visto che André Almeida è il sostituto ideale per il ruolo di terzino destro. La preoccupazione maggiore è come superare un Chelsea che il tecnico considera più forte di quello "fortunato" che ha battuto il Benfica nei quarti di finale della scorsa UEFA Champions League. "Hanno migliori individualità, giovani più forti tecnicamente. Sono più forti rispetto all’anno scorso”.
L’assenza di Hazard indebolisce sicuramente il Chelsea, mentre John Terry è in forte dubbio per un problema alla caviglia. I Blues – e il loro manager – restano però fiduciosi. Si avvicina la fine di una vera e propria maratona – 66 le partite giocate dal Chelsea, due quelle rimaste (53/2 per il Benfica) e quella di mercoledì sarà la 15esima in appena 47 giorni. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
"Se vinceremo sarò molto orgoglioso perché abbiamo lavorato duramente per questo – ha spiegato Benítez -. Il merito è dei giocatori. Ogni giorno torno a casa dagli allenamenti pensando che hanno fatto il loro meglio. Il fatto che siamo qui ne è la prova. Giochiamo due partite a settimana da un po’ di tempo ormai. Dobbiamo saperci adattare a una rosa stanca, a infortuni e squalifiche. Abbiamo già fatto un grande lavoro, speriamo di poter fare ancora di più".
Le sue parole non avranno la forza di quelle di Jesus, ma Benítez e il Chelsea avranno sicuramente abbastanza energia per un ultimo sforzo.