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L’inarrestabile marcia di Zanetti

L’argentino ricorda ancora il suo primo giorno all’Inter, quando nessuno lo ha riconosciuto, ma 17 anni e 16 trofei dopo non sembra intenzionato a fermarsi.

Javier Zanetti è capitano dell’Inter da 12 anni
Javier Zanetti è capitano dell’Inter da 12 anni ©Getty Images

Una busta di plastica del supermarket, e non un borsone firmato. Solo una busta di plastica con dentro gli scarpini e la carta d’identità. "Scusatemi", ha detto facendosi largo tra i tifosi e i giornalisti che affollavano il campo di allenamento dell’Inter per vedere i nuovi arrivati. "Quando sono uscito sul balcone, nessuno poteva crederci. Ero appena passato tra loro e nessuno aveva idea di chi fossi, neanche il guardiano".

17 anni e 16 trofei dopo, Zanetti ride ancora pensando al suo primo giorno all’Inter e, se fosse per lui, porterebbe ancora gli scarpini in una busta di plastica. Sicuramente, l’argentino è il calciatore più umile degli ultimi 20 anni.

"Quando ho firmato il contratto mi hanno fatto scegliere un’auto. Ho preso una BMW, ma il giorno prima dell’allenamento avevo una sensazione strana. Ho telefonato a Giuseppe Bergomi e gli ho chiesto se fosse giusto farmi vedere in BMW: non volevo dare un’impressione sbagliata ai nuovi compagni. Quando sono arrivato al parcheggio, ho visto che la mia macchina era la più brutta e mi sono sentito decisamente meglio".

Zanetti ricorda anche le difficoltà per parlare con la sua ragazza (ora moglie) Paula dopo il suo trasferimento in Italia. Il telefono pubblico, a due isolati dalla sua casa di Como, è diventato praticamente il suo telefono personale. "Compravo le schede internazionali e passavo ore in quella cabina. D’inverno faceva freddo e mi tremavano le mani, ma ne valeva la pena. Il problema era che altra gente voleva usare il telefono. Chissà quante me ne avranno dette! Poi per fortuna ho comprato un fax".

Da allora non è cambiato niente: stesso taglio di capelli e stessa faccia da bambino del 1995, quando per la prima volta ha indossato un abito elegante ed è stato presentato ai tifosi dell’Inter. Quel giorno, pochi immaginavano che sarebbe diventato una leggenda e che avrebbe infranto diversi record in nerazzurro.

A ogni partita e a ogni passo, Zanetti stabilisce nuovi primati quasi impossibili da raggiungere. Oltre ad aver giocato più di 1000 gare da professionista, è il giocatore con più presenze nell’Argentina e il detentore di vari record in nerazzurro, come il maggior numero di stagioni da capitano, di presenze in Serie A e di presenze in assoluto.

L’ultimo record l’ha strappato a Bergomi lo scorso settembre contro il PFC CSKA Moskva. Il contratto di Zanetti scadrà il prossimo anno, quando avrà quasi 40 anni. 'Lo zio', però, dubita che il suo successore si ritiri presto. "Un giorno, scherzando, gli ho detto che avrebbe giocato fino a 50 anni. Ora, seriamente, penso che possa arrivare almeno a 45, perché il suo fisico è intatto. Come Paolo Maldini, sarà solo lui a decidere quando lasciare. È un superuomo".

Il giorno in cui l’argentino ha infranto il record di presenze in Serie A di Bergomi, a San Siro è apparso uno striscione che diceva: "Pupi, hai superato lo zio e sembri ancora suo nipote". Gianluca Pagliuca si è congratulato con lui con un piccolo timore: "Spero che giochi solo un altro paio di stagioni, altrimenti supererai le mie 592 presenze". Zanetti ne ha collezionate 570 fino a oggi ed è al terzo posto, mentre Maldini è primo con 647 in 25 anni.

"Tutti i record sono speciali, ma ne ho due preferiti - commenta Zanetti -. Uno è quello di presenze nell’Argentina, considerando che nel mio paese è molto difficile giocare visto che ci sono tanti campioni. L’altro è essere capitano dell’Inter da 12 anni e detenere il record di presenze: è bello, specialmente per uno straniero".

Qual è il segreto della sua longevità? "Prendo la mia condizione fisica molto sul serio. Inoltre, l’armonia di casa e della mia famiglia mi aiuta a pensare solo al calcio. Il mio segreto è allenarmi più che posso, con la stessa intensità di una partita vera".

Ossessionato dall’esercizio quotidiano, Zanetti si è presentato al ritiro dell’Argentina anche il mattino del suo matrimonio. Non è raro vederlo al campo dell’Inter anche durante le vacanze: semplicemente, non vuole mai fermarsi. "I miei compagni mi prendono in giro e mi dicono 'Dai, smettila di correre, facci vincere una volta tanto!', ma finché il fisico regge continuerò a giocare".

Questa è una versione ridotta di un articolo sul numero 54 di Champions. Per leggere l’intervista completa, puoi abbonarti qui.