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Non chiamatelo Mourinho

André Villas-Boas, 33enne tecnico del Porto, si prepara allo spareggio di UEFA Europa League contro il Genk e vuole dimostrare le sue diversità dallo Special One, che lo aveva preceduto alla guida dei Dragoni.

Andre Villas-Boas (FC Porto)
Andre Villas-Boas (FC Porto) ©Getty Images

Ingaggiato due mesi fa all'età di 33 anni, André Villas-Boas è il più giovane allenatore nella storia dell'FC Porto. In vista dello spareggio di UEFA Europa League di giovedì contro il KRC Genk, tutte le premesse sembrano positive per il tecnico.

Il 7 agosto, la sua squadra ha infatti battuto l'SL Benfica e conquistato la Supercoppa portoghese, mentre sabato ha esordito in campionato con un 1-0 sull'A. Naval 1º Maio. Più i risultati favorevoli si susseguono, più il tecnico viene paragonato al suo famoso predecessore.

"Da quando sono tornato in Portogallo ho provato a evitare paragoni tra me e José Mourinho - ha dichiarato Villas-Boas -. Non abbiamo lo stesso carattere, e poi comunichiamo e lavoriamo in modo diverso". Nessuno più di lui può dirlo, avendo assistito lo Special One al Porto, al Chelsea FC e, fino all'estate 2009, all'FC Internazionale Milano.

La presenza di Mourinho all'Estádio do Dragão è ancora ingormbrante. Nominato allenatore a 39 anni nel gennaio 2002, ha guidato il Porto alla vittoria di due campionati, una Coppa del Portogallo, la Coppa UEFA 2002/03 e la UEFA Champions League 2003/04, partendo per il Chelsea nel 2004. A proposito del suo ex assistente, Mourinho ha commentato: "Se riesce a vincere sarà un allenatore perfetto, ma non paragonatelo a me".

Villas-Boas era solo un ragazzo quando ha iniziato a lavorare con gli osservatori dello staff di Sir Bobby Robson (uno dei mentori di Mourinho), mentre aveva poco più di 20 anni quando si è unito allo staff di Mourinho, seguendolo successo dopo successo in Portogallo, Inghilterra e Italia prima di dare inizio all'avventura A. Académica de Coimbra lo scorso ottobre.

Anche se la squadra si è classificata 11esima in campionato, le sue 23 panchine hanno convinto il Porto a ingaggiarlo al posto di Jesualdo Ferreira. Curiosamente, Mourinho era stato nominato dopo solo 28 partite (nove al Benfica e 19 all'UD Leiria.)

Spiegando la sua filosofia calcistica a un giornale portoghese, Villas-Boas ha sfoggiato un atteggiamento nettamente diverso rispetto a quello freddo e distacccato di Mourinho: "Il calcio è fatto di abilità e creatività, ma anche di organizzazione ed efficienza. Per organizzazione non intendo  niente di noioso, ma disciplina, intelligenza e conoscenza".

Finora, il tecnico ha evitato cambiamenti troppo radicali, mantenendo il consueto 4-3-3, aggiungendo soltanto João Moutinho a centrocampo e limitando le presenze di Raul Meireles per "motivi tecnici". Il trasferimento del capitano Bruno Alves all'FC Zenit St. Petersburg ha lasciato al 24enne Rolando il compito di tenere unita la difesa, incarico che lo entusiasma particolarmente.

"È un segnale, dimostra che tutti credono che io possa dare di più - commenta il nazionale portoghese -. Voglio aiutare André a vincere. Alla fine, il successo di un allenatore dipende dal numero di trofei vinti". Se tale numero eguagliasse quello di Mourinho, allora i paragoni sarebbero sicuramente ben accetti.