Troppo Bayern per l'Arsenal
giovedì 16 febbraio 2017
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Carlo Ancelotti predica un calcio diverso rispetto al predecessore Josep Guardiola, ma questa partita ha dimostrato che la filosofia del Bayern Monaco in questa competizione è sempre la stessa.
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I risultati arrivavano anche prima, ma la differenza tra il Bayern München di Josep Guardiola e quello di Carlo Ancelotti è abbastanza evidente. È come se il dominio incontrastato del campo avesse lasciato spazio a un controllo leggermente più passivo del gioco.
In UEFA Champions League, invece, questa differenza tra i due allenatori non è poi così evidente. Il travolgente 5-1 di mercoledì sull'Arsenal nell'andata degli ottavi di finale, rappresenta la 16esima vittoria interna nella competizione, ed entrambi i tecnici hanno contribuito a questa striscia. Chiunque sia l'allenatore, infatti, in campo europeo vede sempre il solito Bayern e poche squadre sono in grado di neutralizzarlo.
Pensandoci bene, la sconfitta dell'Atlético Madrid alla Fußball Arena München col margine di un solo gol (2-1) – e la qualificazione degli spagnoli alla finale della passata stagione in virtù dei gol in trasferta – assume i contorni di un'impresa. La squadra di Diego Simeone era riuscita infatti a non crollare sotto i colpi dei bavaresi nonostante il forcing asfissiante degli avversari, grazie anche a un Jan Oblak in versione paratutto.
L'impressione è che l'Atletico sia forse l'unica squadra in grado di contenere il Bayern in casa. L'Arsenal infatti ha disputato una partita molto simile a quella dei Rojiblancos ma l'esito è stato tutt'altro che uguale.
Ciò che accresce maggiormente il rimpianto agli avversari, è che il Bayern non sia esattamente a tenuta stagna. Proprio come il gol di Antoine Griezmann che lo scorso maggio aveva tenuto accese le speranze degli spagnoli, il pareggio di Alexis Sánchez sembrava aver cambiato l'inerzia della gara. Al cileno è bastato infatti essere più in forma rispetto ai difensori del Bayern per trovare la via del gol.
Complice l'uscita di scena per infortunio del capitano Laurent Koscielny dopo pochi minuti della ripresa, l'Arsenal all'inizio del secondo tempo ha subito inerme gli attacchi senza sosta dei bavaresi.
Con un Philipp Lahm scatenato sulla destra e un Thiago Alcántara pronto a seminare il panico dal centro, David Alaba e Arturo Vidal non hanno dovuto fare gli straordinari.
Con l'Arsenal ormai alle corde, l'ingresso di Thomas Müller, andato ovviamente in gol, è sembrato quasi un atto di crudeltà. Molte squadre però hanno subito la stessa sorte dei Gunners.
Questa partita è stata la prova che, nonostante i cambi di allenatori, la filosofia del Bayern – soprattutto in UEFA Champions League – rimane sempre la stessa: attaccare, dominare e vincere.