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Ronaldo lascia il calcio con un rimpianto

L'ex attaccante del Brasile appende le scarpe al chiodo al termine di una sfolgorante carriera ma con un rammarico: non aver conquistato la Champions League. Come ha spiegato a UEFA.com.

Ronaldo lascia il calcio con un rimpianto
Ronaldo lascia il calcio con un rimpianto ©UEFA.com

L’ex centravanti del Brasile Ronaldo ha annunciato oggi l’addio al calcio. Come lui stesso ha raccontato a UEFA.com, lascia una “eredità importante” e un unico rimpianto: non aver conquistato la UEFA Champions League.

Ronaldo, 34 anni, ha deciso di mettere il punto finale a una brillante carriera con 12 mesi di anticipo rispetto al previsto sulla scia dell’eliminazione a sorpresa dell’SC Corinthians in Coppa Libertadores agli inizi del mese, per mano dei colombiani del CD Tolima. "Come potete immaginare re avete sentito per l'intero fine-settimana, chiudo la mia carriera di calciatore professionista", ha detto. A un giornale aveva invece spiegato: ""Il mio fisico non regge più. Avrei voluto continuare, ma non è possibile. Penso a una giocata [in partita] e non riesco a realizzarla. Il mio tempo è scaduto; ma diavolo se è stato bello!”.

Ronaldo è stato sicuramente uno dei migliori giocatori dell’ultimo quarto di secolo. Tre volte vincitore del FIFA Player of the Year – riconoscimento che condivide con l’ex compagno di squadra al Real Madrid CF Zinédine Zidane -, Ronaldo è il miglior realizzatore di sempre nella storia delle fasi finali dei Mondiali FIFA, 15 gol di cui due nella finale vinta nel 2002. Per oltre un decennio la sua stella ha illuminato la scena calcistica europea, realizzando 273 gol in 402 partite con le maglie di PSV Eindhoven, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Real Madrid e AC Milan.

Ha conquistato titoli con tutti i club salvo il Milan, compresa la Coppa delle Coppe UEFA nel 1997 con il Barcellona e, l’anno seguente, la Coppa UEFA con l’Inter. La UEFA Champions League gli è invece sempre sfuggita. "Il calcio mi ha dato molte cose – aveva confidato a UEFA.com -. Ma lo vivo con una tale passione che non riesco a darmi pace per non aver vinto la Champions League: il trofeo che chiunque vorrebbe conquistare”.

Tuttavia, uno dei momenti più fulgidi della sua carriera l’ha vissuto proprio nella massima competizione continentale. Ad aprile 2003, il Real Madrid arriva ad Old Trafford forte del 3-1 dell’andata per giocare il ritorno dei quarti di finale contro il Manchester United FC. Il tecnico degli inglesi Sir Alex Ferguson spiegherà che la chiave per ribaltare la situazione era riuscire a contenere Ronaldo, ma che alla fine “non c’è stato niente da fare”.

Quando lascia il terreno di gioco a metà ripresa ricevendo la standing ovation del pubblico di casa, Ronaldo ha già infranto i sogni dello United realizzando una straordinaria tripletta. Il Real Madrid non riuscirà però a superare l’ostacolo rappresentato dalla Juventus, in quella che sarà l’unica presenza di Ronaldo in una semifinale: vittoria complessiva per 4-3 dei bianconeri.

Sempre prolifico, Ronaldo ha realizzato 62 gol in 97 presenze con il Brasile, contribuendo in maniera decisiva alla conquista della Coppa del Mondo nel 2002. Gli infortuni non gli hanno dato tregua al Milan e hanno continuato ad affliggerlo dopo il rientro in Brasile nel 2008, fino a determinare la decisione odierna. "Credo di lasciare un’eredità importante nel calcio, ma adesso è arrivato il mio momento di lasciare”.

"Ai ragazzi che oggi muovono i primi passi nel calcio vorrei dire che questo sport non è solo allegria: esige dedizione assoluta e disciplina militare. Il calcio non è quello che i bambini sognano davanti al televisore. Bisogna lottare e saper soffrire per affermarsi e lasciare il proprio segno”. Cose che Ronaldo ha certamente fatto in modo indelebile.

La storica tripletta di Ronaldo con il Real Madrid a Old Trafford sarà argomento della rubrica UEFA Champions League Classics di lunedì prossimo.

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