Tonali: l'idolo Gattuso, la maglia, i fenomeni del 2006
mercoledì 8 ottobre 2025
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"Il mio primo pensiero è stato di felicità, di riaverlo nella mia vita e, per la prima volta, di viverlo come allenatore", ha dichiarato Sandro Tonali a proposito delle emozioni provate alla notizia che Gennaro Gattuso sarebbe diventato il nuovo Ct della nazionale italiana.
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In un'intervista esclusiva a UEFA.com, il centrocampista dell'Italia Sandro Tonali parla del suo rapporto con il nuovo Ct Gennaro Gattuso, suo idolo da ragazzo, di quello che il nuovo allenatore trasmette alla squadra e della nazionale dei "fenomeni" campione del mondo nel 2006.
Cosa hai pensato quando Gennaro Gattuso, uno dei tuoi idoli, è stato scelto come allenatore della Nazionale italiana?
"All'inizio non me l'aspettavo. Mi sono passate molte cose per la testa. Quando succedono cose del genere, sei ovviamente felice ma anche un po' intimidito. Vuoi raccogliere la sfida, ma sai che la stai affrontando insieme a lui, e questo ti dà quel qualcosa in più. Ho provato tre o quattro sensazioni diverse, alcune delle quali devo ancora elaborarle. Ma direi che il mio primo pensiero è stato di felicità: la felicità di riaverlo nella mia vita e, per la prima volta, di viverlo come allenatore. In tutta sincerità, ho provato soprattutto felicità".
Sappiamo che Gattuso è un tuo idolo e che per molti anni hai fatto colazione con una tazza col suo volto, è vero?
"Sì, per molti anni la mia routine è stata questa. Poi un giorno la tazza si è rotta e ho pregato mia madre di ripararla. La tazza era un regalo ed era ricoperta di immagini di Gattuso. Per molti anni ho fatto colazione con questa tazza senza mai cambiarla. A volte addirittura me la portavo quando andavo fuori casa. È stata una specie di talismano che ho portato sempre con me. Dopo la rottura, l’ho rimessa a posto pezzo per pezzo ma poi l’ho dovuta mettere su uno scaffale. Un giorno mi porterò la mia tazza portafortuna per farmela autografare da lui perché per me è davvero importante. È un oggetto che rappresenta i miei ricordi felici".
Gabriele Gravina ha detto che per Gattuso la maglia della nazionale era come una seconda pelle. Vi sta trasmettendo questo sentimento?
"È strano che non fosse già così prima, ma lui è la persona perfetta per questo compito. È la persona giusta per trasmettere questo amore viscerale verso la maglia azzurra, l'amore per Coverciano, ma anche l’amore per ritrovarsi tutti insieme in ritiro e per il gioco di squadra. Finora il mister è stato fantastico, perché non solo ci ha unito, ma ha riportato la gioia di stare in campo e la gioia di vincere divertendosi. E queste sono cose che non si devono mai dare per scontate, perché se non le hai, finisci per faticare e tutto comincia a remare contro di te. Lui è stato bravissimo a creare tutto questo, ed è anche un grande allenatore, perché condivide l'emozione che ha provato la prima volta che è venuto qui, dal momento in cui ha firmato per diventare l’allenatore della Nazionale. Noi certe cose le sentiamo da lui e le assorbiamo, le conserviamo e le portiamo in campo per vincere".
Tutti vogliono andare ai Mondiali (FIFA). Però adesso ti giri e vedi Gattuso in panchina e Gianluigi Buffon a bordo campo. Tu eri piccolo – andavi alle elementari - cosa ricordi del Mondiale (FIFA) del 2006?
"Ero piccolo, avevo sei anni, ma ricordo tutto molto chiaramente. Probabilmente è l'unica cosa che ricordo di quando ero piccolo. È stato fantastico. Ricordo che ogni volta che l'Italia giocava, la famiglia si riuniva tutta per tifare insieme. C'era felicità e spensieratezza. Non so, ero giovane, ma non pensavo a queste cose. Sapevo solo di essere felice. È stato un momento in cui ho vissuto qualcosa che forse molti vivono una sola volta nella vita. Quella nazionale era già campione prima di vincere quella Coppa del Mondo (FIFA). Erano dei fenomeni".