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I cinque perché di Conte

Antonio Conte sarà il successore di Cesare Prandelli sulla panchina dell'Italia: Paolo Menicucci vi offre cinque spunti di riflessione sul perché puntare sull'ex allenatore della Juventus potrà rivelarsi una scelta vincente.

I cinque perché di Conte
I cinque perché di Conte ©Getty Images

Antonio Conte guiderà l'Italia nelle qualificazioni a UEFA EURO 2016: è lui il successore di Cesare Prandelli sulla panchina azzurra per i prossimi due anni.

Con l'addio a sorpresa alla Juventus del mese scorso, il 45enne tecnico aveva chiuso tre anni di successi alla guida della Vecchia Signora, di cui aveva vestito la maglia da giocatore per ben 13 anni. Dopo aver centrato la promozione in Serie A con AS Bari e AC Siena, Conte era stato scelto per rilanciare i Bianconeri nell'estate del 2011 e li aveva subito portati alla conquista dello Scudetto. In grande stile, da imbattuti per l'intera stagione.

Gli Scudetti sono poi diventati tre in altrettante stagioni, di cui l'ultimo conquistato con il record di punti (102). Venti presenze in nazionale da giocatore, Conte raccoglierà l'eredità di Prandelli, dimessosi dopo i deludenti risultati ottenuti dagli Azzurri alla Coppa del Mondo FIFA 2014 in Brasile.

Il leccese Conte esordirà sulla panchina azzurra proprio nella sua Puglia, in occasione dell'amichevole del 4 settembre contro l'Olanda a Bari. Cinque giorni più tardi l'Italia comincerà la sua avventura nel Gruppo H di qualificazione a UEFA EURO 2016 in Norvegia.

Perché Conte?
Dopo non essere riuscita a superare la fase a gironi nelle ultime due edizioni della Coppa del Mondo FIFA i margini di errore erano minimi e quella di puntare su Conte era senza dubbio la scelta meno rischiosa per l'Italia. La Juventus, reduce da due settimi posti in campionato, era in una situazione simile al momento del suo arrivo. E l'ex centrocampista l'ha trasformata in una squadra in grado di vincere, anzi di stra-vincere. Programmazione e scudetto in tre anni? No, tutto e subito.

Il vantaggio
Le qualificazioni a UEFA EURO 2016 sono dietro l'angolo e, considerando che l'Italia si basa sul blocco Juve, Conte ha il vantaggio di conoscere benissimo molti dei giocatori che avrà a disposizione in Norvegia. Senza contare che Andrea Pirlo ha dichiarato che potrebbe venire meno al suo proposito di dire addio alla nazionale con l'allenatore giusto... chi meglio di Conte potrebbe convincere il direttore d'orchestra azzurro a tornare sui suoi passi e riporre la bacchetta dal cassetto?

Che cosa porterà?
Nel corso della sua avventura in bianconero Conte ha confermato di essere un leader naturale e un grande motivatore, l'uomo giusto per far restare alta l'attenzione in ogni allenamento, in ogni amichevole. Sono ancora vivi i ricordi dei pareggi contro squadre come Haiti e Lussemburgo: l'arrivo di Conte non esclude automaticamente altri passi falsi, ma in caso di episodi analoghi i muri di Coverciano tremeranno per giorni. Questo è poco ma sicuro.

La sfida più grande
Mario Balotelli è stato protagonista di numerosi alti e bassi in azzurro, ma è ancora l'attaccante a cui l'Italia si aggrappa per sperare di tornare sulla cresta dell'onda. Conte ha sempre saputo ottenere il meglio dai suoi giocatori a livello di club, ci riuscirà anche con Supermario?

La voglia di riscatto
Da giocatore, Conte non ha avuto fortuna con i Campionati Europei UEFA. L'infortunio subito nella finale di UEFA Champions League 1996 contro l'AFC Ajax lo costrinse a saltare EURO 96 in Inghilterra. Quattro anni più tardi, dopo un gol spettacolare segnato in rovesciata contro la Turchia, un altro infortunio contro la Romania lo costrinse al ruolo di spettatore della cavalcata azzurra conclusasi con l'amara sconfitta in finale contro la Francia. UEFA EURO 2016 - proprio in Francia - potrebbe essere l'occasione giusta per l'Euro-riscatto.