Štimac e Mihajlović guardano lontano
giovedì 14 marzo 2013
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I selezionatori di Croazia, seconda, e Serbia, terza, ridimensionano il significato del derby balcanico in programma venerdì ai fini della classifica finale del Gruppo A di qualificazione mondiale.
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Croazia e Serbia si affrontano per la prima volta in una gara di qualificazione mondiale in programma venerdì a Zagabria che si preannuncia appassionante.
Se l'atmosfera allo stadio Maksimir sarà sicuramente speciale, i due tecnici preparano la gara del Gruppo A come ogni altra, almeno pubblicamente.
Nonostante una vittoria possa proiettare i padroni di casa di Igor Štimac in testa al girone, in base al risultato della capolista Belgio contro la Repubblica Ex Jugoslava di Macedonia, e a più nove dalla Serbia al terzo posto, l'ex difensore della Croazia ritiene che la partita non sarà “decisiva” per nessuna delle due squadre.
"Le partite danno tutte gli stessi punti e tutti gli avversari sono difficili – spiega Štimac, la cui squadra ha battuto la Macedonia (due volte) e il Galles e pareggiato con il Belgio nelle quattro gare di qualificazione fin qui disputate -. Per la prima volta la Croazia è inserita in un girone in cui nessuna squadra può essere considerata un'outsider”.
Il Ct della Serbia Siniša Mihajlović prova a smorzare il significato del derby balcanico. "La partita con la Croazia è uguale a quella contro il Belgio. In caso di vittoria dà sempre tre punti”.
Fuori discussione è invece il bisogno della Serbia di vincere nella capitale croata. La squadra di Mihajlović ha ottenuto soltanto una vittoria in quattro gare di qualificazione: 6-1 contro il Galles a settembre. Tuttavia, l'ex terzino sinistro della Jugoslavia è “convinto di avere buone possibilità di qualificarsi per la fase finale in Brasile. "Credo nei miei giocatori e in me stesso. Sono molto ottimista”.
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