Le tre R della prevenzione
mercoledì 24 giugno 2015
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Le calciatrici impegnate ai Campionati Europei UEFA Under 17 Femminili in Islanda hanno appreso come "dire no" alle combine, dopo una presentazione che ha spiegato i pericoli di questa piaga che mina l'integrità del calcio.
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Le combine non solo minacciano il gioco del calcio, ma sono anche un pericolo concreto per i calciatori e arbitri di tutto il mondo, dato il torbido legame con le organizzazioni criminali. Questo è stato il messaggio che ha voluto trasmettere Emilio García, presidente del dipartimento Disciplina e Integrità alla UEFA, alle calciatrici e agli arbitri durante Campionati Europei UEFA Under 17 Femminili.
In realtà il fenomeno è talmente diffuso che García potrebbe citare i recenti casi in Gran Bretagna, Austria, Australia, Estonia, Spagna e Lettonia, oltre a raccontare del legame assurdo ma tristemente vero di un arbitro con la criminalità organizzata.
Questi cenni sono stati sufficienti per catturare l'attenzione delle formazioni impegnate nella competizione europea femminile U17 in Islanda. García ha dedicato a ogni squadra un incontro di 30 minuti per spiegare come 'Riconoscere, Rifiutare e Riferire' le combine, oltre a come prevenirle. Le parole del funzionario UEFA - "le combine al giorno d'oggi, sfortunatamente, fanno parte del calcio" - sono state sostenute nella sua presentazione da alcuni esempi concreti.
Se ci domandiamo il motivo, la risposta è sempre la stessa secondo García, che ha spiegato come le combine per determinare i risultati sportivi siano oggi volte quasi esclusivamente alle scommesse. Il dato sorprendente di 1 miliardo di Euro di scommesse in tutto il mondo nel mese scorso in occasione della finale di Berlino, che si sommano al flusso annuale di 400 miliardi, testimoniano la capacità del mercato delle scommesse.
Per questa ragione il Sistema di Rilevamento Frodi della UEFA, monitora le scommesse di ogni partita nelle proprie competizioni, così come quelle delle prime due divisoni di ognuna delle 54 federazioni affiliate alla UEFA. Ciò equivale a circa 32.000 partite all'anno. Tuttavia la loro identificazione non è così semplice, come ha spiegato García. Ecco perché è così importante il recente protocollo d'intesa (MoU) siglato dalla UEFA con l'Europol, l'agenzia dell'Unione Europea per la lotta al crimine.
Il portale di e-learning della UEFA dedicato a giocatori, arbitri e allenatori è un altro strumento importante nella lotta contro questo fenomeno. Tuttavia i giocatori stessi hanno una responsabilità personale per garantire l'integrità delle loro competizioni. Le ragazze delle nazionali U17 sono state sollecitate a "dire no" se dovesse capitare loro in futuro – "dovete assoutamente segnalare l'accaduto – non farlo è un illecito disciplinare".
Dato che chi trucca le partite ha bisogno sempre di un aggancio in campo, García ha consigliato alle ragazze sia come trattare ogni approccio, sia come segnalare l'accaduto. Ha elencato anche le potenziali conseguenze e le sanzioni per il coinvolgimento, tra cui la radiazione a vita per chi viene ritenuto colpevole.
Se lo scopo di García a Reykjavik era di educare e fare prevenzione, quello delle ragazze è di attenersi alle tre R, 'Riconoscere, Rifiutare, Riferire' – perché, usando le parole del presidente UEFA Michel Platini, "al fischio d'inizio nessuno sa come finirà la partita, ma se dovesse mancare questo presupposto, perderemmo tutti".