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Oliver Glasner parla della finale di UEFA Europa League contro i Rangers e dei tifosi

"Vincere sarebbe un traguardo straordinario", commenta il tecnico dell'Eintracht Frankfurt in attesa della finale contro i Rangers.

Oliver Glasner
Oliver Glasner UEFA via Getty Images

Arrivato in estate dal Wolfsburg, Oliver Glasner ha avuto un avvio turbolento all'Eintracht Frankfurt, con cambiamenti importanti sia in campo che fuori. Tuttavia, il tecnico austriaco è riuscito a galvanizzare la sua squadra nelle serate di UEFA Europa League e ad approdare in finale.

Mentre si prepara ad affrontare i Rangers allo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia, il 47enne ex difensore dell'SV Ried ha la possibilità di riportare un trofeo a Francoforte dopo la Coppa UEFA 1980: solo un suo connazionale ha trionfato in Europa prima di lui.

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Sui Rangers, avversari in finale

Chi arriva alla finale se l'è guadagnata, perché la strada è lunga e devi vincere tante partite. I Rangers hanno eliminato due grandi squadre di Bundesliga, Borussia Dortmund e Lipsia: questo dimostra che sono molto forti e che sono ben attrezzati per il calcio tedesco, quindi mi aspetto una gara molto equilibrata e combattuta.

Non possiamo influenzare i Rangers, ma possiamo influenzare noi stessi, come giochiamo, cosa ci proponiamo di fare e come metterlo in pratica. Voglio vincere sfruttando i nostri punti di forza, non i punti deboli degli avversari. Ovviamente abbiamo grande rispetto per i Rangers ed èimportante sapere come giocano, ma la cosa più importante è sapere cosa vogliamo noi.

La prima stagione a Francoforte

Dalla scorsa estate ci sono stati molti cambiamenti. Alcuni giocatori importanti se ne sono andati e ne sono arrivati di nuovi; ci sono volute diverse settimane prima di poter sviluppare un gioco. A fine autunno abbiamo notato che molte cose andavano per il verso giusto e che eravamo competitivi contro tutte le squadre al vertice. Abbiamo vinto a Monaco contro il Bayern e anche in Europa League contro l'Olympiacos, quando ci siamo resi conto che, con prestazioni del genere, potevamo fare qualcosa di grande.

Ci ha dato molta fiducia arrivare alla fase a eliminazione diretta. Ci siamo qualificati contro il Betis al 122', poi ci sono state due partite straordinarie contro il Barcellona ed eravamo ancora imbattuti [dall'inizio della fase a gironi]. Abbiamo la possibilità di vincere un trofeo, l'Europa League. All'inizio non ci credevamo, ma ora siamo fermamente convinti che è possibile.

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I punti di forza dell'Eintracht

Il principale è la nostra unità, abbiamo un grande spirito di squadra e vale per tutti i giocatori della rosa. Nella fase a eliminazione diretta c'erano sempre giocatori squalificati o infortunati e quelli che li hanno sostituiti si sono comportati benissimo. Possiamo giocare un calcio fisico e ad alta intensità. Siamo molto organizzati: West Ham, Barcellona e Betis hanno avuto difficoltà a segnare contro di noi. Siamo una squadra che può giocare ad alto ritmo e i giocatori sono pronti a spingersi oltre i limiti. Dovremo ribadirlo contro i Rangers.

Il significato di una vittoria in finale

Da allenatore, è il momento clou della mia carriera. Mi è stato detto che posso diventare il secondo allenatore austriaco a vincere una coppa europea dopo Ernst Happel [che vinse la Coppa dei Campioni con il Feyenoord nel 1970 e l'Amburgo nel 1983]. È l'allenatore austriaco più leggendario, per me sarebbe un traguardo eccezionale, ma per l'Eintracht, per i tifosi, per il club eper i giocatori [vincere un trofeo a 42 anni dopo la Coppa UEFA del 1980] sarebbe più importante che mai.

Quando qui si parla di Europa, appare subito un sorriso ed è solo divertimento e gioia. Ha un significato straordinario: è per questo che faremo del nostro meglio per tornare a casa con la coppa e passare una o due serate a festeggiare con i tifosi.

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