Pogba sulla Roma, sulla rabbia nelle sconfitte e sui tunnel alla madre
giovedì 22 aprile 2021
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Il centrocampista del Manchester United parla delle sue ambizioni in UEFA Europa League, della sua crescita e della sua famiglia.
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Sono passati quattro anni dall'ultima volta che Paul Pogba ha sollevato un trofeo col Manchester United, ma in questa stagione il centrocampista francese è più determinato che mai a mettere le mani sulla UEFA Europa League a maggio.
Il 28enne ha raccontato le emozioni della vittoria del trofeo nel 2017, si è soffermato sulla Roma, prossima avversaria in semifinale, e ha spiegato perché per lui è è accettabile fare un tunnel alla propria madre.
Sulla sfida con la Roma in semifinale
È una grande sfida, ma prima poi ci saremmo dovuti affrontare. Andando avanti è normale trovarsi davanti delle grandi squadre. Abbiamo iniziato la competizione con una mentalità vincente, con l'obiettivo dichiarato di vincere la coppa. Naturalmente anche la Roma vuole vincere, non è qui solo per divertirsi. Dobbiamo dimostrare di avere maggiore voglia di vincere.
Sulla vittoria dell'Europa League del 2017 con lo United
È l'ultimo trofeo che abbiamo vinto qui al Manchester United, quindi ovviamente me lo ricordo. È stato un grande giorno e ho anche segnato in finale. Quella è stata una grande annata per noi nonostante il rendimento in campionato. Abbiamo comunque vinto l'Europa League, che era un obiettivo, ed è stato un toccasana per la nostra stagione. Adesso siamo ancora in corsa per ripeterci.
Sull'essere un leader all'Old Trafford
Si può essere un leader sia dentro che fuori dal campo. Parli con i giovani e con tutta la squadra per motivarli; e motivare i miei compagni di squadra mi motiva a sua volta. Ogni volta che vedo un mio compagno che si allena e lavora sodo, la sua dedizione mi porta ad allenarmi ancora più duramente e spingermi fino al limite. Se si vuole vincere, devono impegnarsi tutti. Non si vince da soli.
Sull'aver seguito le orme dei fratelli Mathias e Florentin
I miei fratelli sono più grandi di me, quindi ho sempre voluto stare con loro, giocare con loro e frequentare i loro amici. Per me era sempre una sfida, era tutto più difficile. Questa cosa mi ha davvero formato. Sei costretto a migliorare perché quando giochi con ragazzi più grandi di te, il calcio è più fisico e più tecnico. Ho perso spesso, ma non mi sono mai arreso e questo mi ha fatto crescere. Ecco perché quando perdo sono davvero molto arrabbiato. Sono un vincente; vincere è la cosa che amo di più.
Sui tunnel alla madre
Dato che mia madre dice che giocava a calcio... Questo è il tipo di rapporto che abbiamo. Ci piace scherzare e ridere l'uno dell'altro, ed è quello che ho fatto. Mi piace farmi una risata. Come diciamo noi, 'Prendersi in giro è un segno d'amore'... e io prendo molto in giro mia madre.
Sulla sua 'joie de vivre'
Sono una persona a cui piace ridere ed essere allegro. Sono sempre stato positivo perché sono cresciuto in una famiglia positiva, e questo traspare dentro e fuori dal campo. Il calcio è prima di tutto uno sport che amo. Lo amavo allora e lo amo adesso.