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Jenkins crede nel destino

Dalla lotta per la sopravvivenza alle importanti vittorie in UEFA Europa League, il presidente dello Swansea racconta a UEFA.com una favola che potrebbe anche concludersi con un posto nella finale del 14 maggio a Torino.

Jenkins crede nel destino
Jenkins crede nel destino ©UEFA.com

Quando lo Swansea City AFC scenderà in campo contro l'SSC Napoli nei sedicesimi di UEFA Europa League, scriverà l'ultimo capitolo di una storia straordinaria che l'ha visto risalire dalle serie minori del calcio britannico ai massimi vertici in pochissimo tempo. 

Chi ha vissuto quest'avventura fin dal 2002 è Huw Jenkins, da sempre tifoso dello Swansea. Il presidente racconta a UEFA.com una favola che potrebbe anche concludersi con un posto nella finale del 14 maggio a Torino.

UEFA.com: Huw, quanto è diverso il club da quando sei arrivato?

Jenkins: è completamente diverso. Se pensiamo a quei tempi, il nostro unico pensiero era sopravvivere, giorno dopo giorno. La nostra situazione era simile a quella degli altri club: cercavamo di trovare i soldi per pagare i conti e andavamo avanti di settimana in settimana.

UEFA.com: com'è andata all'ultima giornata della stagione 2002/03, quando avete evitato di un soffio la retrocessione dalla Football League grazie alla vittoria contro l'Hull City AFC?

Jenkins: eravamo molto stressati. Se fossimo retrocessi, noi dirigenti ci saremmo rovinati la reputazione, perché era come se fossimo stati noi i diretti responsabili, ma per fortuna le cose sono andate diversamente.

UEFA.com: quanto è stato importante cambiare casa nel 2005?

Jenkins: il club aveva bisogno di un rinnovamento. Lo stadio, il Vetch Field, era datato, e per attirare giocatori, allenatori e dirigenti migliori avevamo bisogno di una nuova casa. Abbiamo anche avuto la fortuna con le autorità locali, cioé il consiglio comunale di Swansea, che ci ha assistito nel trasferimento e ha fatto in modo che lo stadio fosse costruito. Anche loro hanno capito che il calcio poteva essere molto utile perché avrebbe dato prestigio e riconoscimento all'area locale.

UEFA.com: da quando è arrivato Roberto Martínez in panchina nel 2007, lo Swansea è diventato famoso per il suo gioco basato sulla circolazione di palla. È stato importante per la crescita del club?

Jenkins: sì, fondamentale. Dovevamo cambiare leggermente per competere: parte di questa strategia consisteva nel riportare in squadra gente come Roberto, anche perché conosceva i nostri giocatori più importanti e sapeva subito cosa fare. Da allora siamo riusciti a percorrere una strada completamente nuova, giocando in modo un po' diverso rispetto al normale stile britannico.

UEFA.com: quest'anno, la squadra è tornata in Europa dopo oltre 20 anni di attesa ed è partita perfettamente con un 3-0 sul Valencia CF. Come stato vedere lo Swansea scendere in campo al Mestalla?

Jenkins: dal punto di vista personale, è stato un po' strano trovarsi lì e vedere una partita del genere, ma con tutte le interviste e gli applausi che sono arrivati dopo abbiamo capito di trovarci meritatamente a questo livello. Ora cerchiamo di rimanerci.

UEFA.com: John Charles è nato a Swansea ma è stato anche uno degli idoli dei tifosi bianconeri di Torino, dove quest'anno si giocherà la finale di UEFA Europa League? Credete nel destino?

Jenkins: Beh, speriamo di sì! Se penso a dove si giocherà la finale e al collegamento con John Charles, come hai detto, iniziamo già a fantasticare. Speriamo che sia il nostro destino e che tutti ne siano consapevoli, poi vedremo come andrà a finire.

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