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Rubin tenace, il Levante non passa

Levante UD - FC Rubin Kazan 0-0
Reti inviolate e un espulso per parte nella gara di andata degli ottavi di finale all'Estadi Ciutat de València; tutto si deciderà in Russia.

Sergio Ballesteros contende il pallone a José Rondón
Sergio Ballesteros contende il pallone a José Rondón ©AFP/Getty Images

A Valencia, un espulso per parte e un pareggio a reti bianche che soddisfa l’FC Rubin Kazan e lascia l’amaro in bocca al Levante UD nella gara di andata degli ottavi di finale di UEFA Europa League.

Il Levante, pur padrone del campo per lunghi periodi, non riesce a sfruttare nessuna delle tante occasioni create. Nella ripresa, nel giro di due minuti, espulsi Cristian Ansaldi e Míchel. Gli ospiti, Dal canto loro, possono essere soddisfatti della determinazione mostrata e del finale in crescendo, quasi culminato con una vittoria inaspettata.

Il Levante parte bene e sfiora subito il vantaggio. Su angolo battuto da José Barkero e Sergio Ballesteros a colpire in pieno la traversa. Successivamente, la palla di Míchel attraversa lo specchio della porta senza trovare compagni pronti alla deviazione. Ci prova poi Obafemi Martins da lontano, ma il suo tiro viene deviato con i polpastrelli dal portiere ospite Sergei Ryzhikov.

Il Rubin, vincitore sul Club Atlético de Madrid nei sedicesimi, si affaccia in attacco alla mezz’ora, con due buone occasioni per José Rondón. Il Levante riprende subito in mano le redini del gioco: Pedro López irrompe sull’ala e serve Míchel, il cui colpo di testa viene bloccato da Ryzhikov.

La ripresa si apre con due espulsioni. Prima tocca a Ansaldi, difensore del Rubin, per seconda ammonizione. Poi è la volta di Michel, che riceve un rosso diretto. Il Levante insiste. Bakero tira di poco sopra la traversa. Poi è Martins a farsi neutralizzare il tentativo da Ryzhikov.

Nel finale, doppio brivido per i padroni di casa. Colpo di testa sulla traversa di Rondón, poi rasoterra di sinistro di Bebras Natcho che colpisce la base del palo. La squadra di Juan Ignacio Martínez non si fa più sorprendere e porta l’imbattibilità interna in Europa a sei gare.

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