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Quei cinque secondi dopo il gol...

Crespo racconta a uefa.com cosa si prova dopo aver segnato, l'esperienza in Liguria, gli allenatori che hanno lasciato il segno e perchè è tornato in Italia dopo l'avventura inglese.

Quei cinque secondi dopo il gol...
Quei cinque secondi dopo il gol... ©Getty Images

Ceduto Diego Milito all'FC Internazionale Milano, il Genoa CFC aveva bisogno di un grande bomber, possibilmente con esperienza internazionale per aiutare la giovane squadra di Gian Piero Gasperini in UEFA Europa League: l'identikit perfetto di Hernán Crespo. E la scelta di puntare sull'argentino si sta rivelando sempre più azzeccata. Dopo una grande carriera che lo ha visto indossare maglie di squadre come CA River Plate, Parma FC, S.S. Lazio, FC Internazionale Milano, Chelsea FC e AC Milan, il 34enne sta rivivendo una seconda giovinezza in Liguria: ha già segnato quattro gol in dieci partite di campionato e un'altra rete pesante contro il LOSC Lille Métropole che ha mantenuto vive le speranze europee dei rossoblù.

uefa.com: Per uno come te che ha realizzato oltre 200 reti nelle varie competizioni in carriera, cosa significa segnare un gol?

Crespo: E’ semplicemente fantastico. C’è un attimo, una sensazione... che solo il calcio ti può regalare, quei cinque secondi dopo che hai segnato, quando alzi la testa e vedi che tutti esultano, tutti sono felici, e tu sei il responsabile di quella felicità. Se lo si paragona alla vita reale è assolutamente incredibile. Chi di noi non vorrebbe rendere felice tanta gente in un solo attimo? E’ da qui che nasce tutta la passione per giocare: per provare a rivivere quei cinque secondi in cui rendi felice tanta gente. E’ questo che ti spinge a metterci il cuore negli allenamenti di ogni giorno e ad andare avanti il più a lungo possibile.

uefa.com: Adesso giochi in una squadra con obiettivi diversi rispetto alle precedenti ma che gioca un ottimo calcio...

Crespo: Sono in un club che sta crescendo. Essere ambiziosi significa provare a crescere anche se nel presente è difficile vincere trofei. Questo è il momento di crescere, sia la squadra che la gente intorno al club. Stiamo creando le basi per raggiungere grandi traguardi in futuro. Esperienze come quella in Europa League sono importanti in tal senso.

uefa.com: Quanto può arrivare lontano il Genoa in UEFA Europa League?

Crespo: Dobbiamo andare con calma. Per molti, se non è la prima partecipazione a tornei europei, poco ci manca. E’ un’esperienza nuova e complicata. Proveremo ad arrivare il più lontano possibile ma già il nostro girone è molto difficile. Però dipende ancora da noi. Dovremo continuare a sfruttare le partite in casa come abbiamo fatto finora. Per continuare ad essere ambiziosi dobbiamo superare questa fase.

uefa.com: E' cambiato il tuo ruolo rispetto a quando giocavi con l'Inter?

Crespo: A essere onesti sto molto bene qui. Ho avuto l’opportunità di continuare a fare il mio lavoro di calciatore qui al Genoa e sto davvero bene, sono molto rilassato. Però parliamo di dimensioni diverse. Inter e Genoa hanno obiettivi completamente diversi a livello globale. Ma le responsabilità e gli obblighi sono gli stessi per me. Il rispetto per la mia professione non cambia. Il modo in cui mi comporto e vivo il calcio non cambia. Forse i gol segnati con l’Inter hanno più importanza a livello mediatico ma il presente si chiama Genoa e mi piace questa nuova situazione.

uefa.com: Hai giocato sia in Italia che in Inghilterra. Quali sono le differenze principali per quanto riguarda la mentalità?

Crespo: Posso dire solo cose positive del calcio inglese. E’ molto bello, amo guardare le loro partite. Ho avuto un’esperienza straordinaria in Inghilterra. La gente allo stadio è fantastica. In termini di cultura sportiva si deve ancora crescere in Italia. Il mio sogno però era sempre stato quello di giocare in Italia. Guardavo giocare Maradona al Napoli, Van Basten al Milan. Ho avuto questa grande opportunità per lungo tempo e a livello sociale sto molto meglio qui. La mentalità è più vicina a quella dell’Argentina. La vita non è solo il calcio, ci sono anche aspetti sociali che sono molto importanti: passare il tempo con gli amici, goderti ciò che hai. Ecco perché sono tornato in Italia. In termini puramente sportivi, però, adesso l’Inghilterra è il posto ideale per giocare a calcio. 

uefa.com: Parlando di Diego (Maradona), pensi ancora alla nazionale?

Crespo: Beh credo dipenderà da come giocherò con il Genoa. Se giocherò bene e arriveranno i gol, perché no?. Per adesso non mi ha mai chiamato. Ma non ho perso la speranza. Si lavora sempre con l’obiettivo di giocare in nazionale, ma allo stesso tempo capisco che ci sono anche altri giocatori. Sono felice di aver giocato tre Mondiali, e sarebbe fantastico giocarne un quarto.

uefa.com: Hai avuto molti allenatori. Quali hanno lasciato di più il segno?

Crespo: Devo distinguere tra Argentina e Italia. Senza dubbio in Argentina il mio mentore è stato Passarella, un grande istruttore. Mi ha insegnato a giocare a grandi livelli, a vivere come un professionista. In Italia ho avuto la fortuna di lavorare con Carlo Ancelloti, che mi ha spiegato più o meno le stesse cose ma basate sul calcio italiano: come vivere il calcio in Italia e come avere successo. Per me poter ascoltare quei consigli è stato un grande privilegio.

uefa.com: Qual è stato il difensore più forte che hai incontrato?

Crespo: Moltissimi! Per me il massimo è stato giocare contro Franco Baresi, un idolo di quando ero bambino. Poi ho anche avuto la possibilità di giocare con Paolo Maldini. Da piccolo vedevo giocare il grande Milan e poter giocare insieme a un campione come Maldini per me ha significato davvero molto.