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La genesi di Gareth Southgate

Simon Hart è andato dove tutto è cominciato per l'allenatore dell'Inghilterra, e ha parlato con due persone che lo conoscevano molto bene all'inizio della sua carriera.

 Gareth Southgate holds the English second-tier trophy aloft
Gareth Southgate holds the English second-tier trophy aloft Getty Images

Da giovane, all'inizio della sua carriera da calciatore alla fine degli anni '80, Gareth Southgate si è fatto le ossa al Crystal Palace, in un ambiente dove 'o nuotavi o affogavi'. Questa tempra d'acciaio nata in quel periodo, ha caratterizzato la sua carriera da calciatore e adesso è una delle caratteristiche principali del Southgate commissario tecnico dell'Inghilterra. EURO2020.com ha parlato con coloro che erano presenti all'inizio del percorso calcistico di Southgate.

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Alan Smith è stato l'allenatore di Southgate nelle giovanili del Crystal Palace nonché colui che gli ha assegnato la fascia da capitano in prima squadra nel 1993.

Nelle prime fasi era 50-50 se lo tenevamo o meno. Abbiamo giocato una partita particolare che abbiamo perso abbastanza pesantemente. Lui era capitano e gli ho visto stringere la mano all'avversario, solo che io non ero in vena di convenevoli e quando è rientrato gli ho detto: 'Concentrati sul tuo gioco e non occuparti dell'avversario'.

Il giorno dopo l'ho chiamato e gli ho detto: 'Hai tutte le capacità per essere un bravo comunicatore, ma credi davvero di avere il carattere per essere un calciatore professionista? Se non ce l'hai, ti suggerisco di diventare un agente di viaggio, saresti abbastanza bravo".

Southgate, 21 anni, contro l'esterno dell'Arsenal, Anders Limpar, nel 1992
Southgate, 21 anni, contro l'esterno dell'Arsenal, Anders Limpar, nel 1992Getty Images

In quel momento è quasi scoppiato a piangere. Era un bravo ragazzo ma aveva bisogno di quella durezza che vediamo oggi in panchina. Il Palace era una fossa di leoni; c'erano personaggi molto forti, dei veri lottatori di strada, era un club del sud di Londra con una mentalità del sud di Londra, mentre Gareth era un pesce fuor d'acqua in questo ambiente. Non era per niente come gli altri, ma per portarlo al livello che pensavo potesse raggiungere, aveva davvero bisogno di temprarsi. Da quel giorno è iniziata la sua trasformazione.

Gary O'Reilly è stato il calciatore della prima squadra del Selhurst Park a guidare il giovane Gareth in allenamento.

So che Alan Smith ha detto a Gareth: 'Vai a fare l'agente di viaggio'. Nessuno aveva mai parlato a Gareth in questo modo. Era un ragazzo intelligente e un atleta straordinario quindi questo discorso lo aveva davvero colpito duramente. Tornando in macchina si vedeva che era visibilmente scosso e così gli ho spiegato: 'Sei stato messo alla prova'.

Gareth ha iniziato una scalata esponenziale in termini di talento. Lo portavo in allenamento e gli parlavo e lui era sempre desideroso di imparare e ascoltare. Lo vedevi crescere giornalmente come persona e come calciatore. Era curioso, faceva osservazioni pertinenti e aveva la capacità di assorbire le informazioni, di digerirle, di analizzarle, di scomporle.

Inoltre già si vedeva la sua tempra d'acciaio, solo che non la metteva in mostra. In squadra c'erano caratteri forti come quelli di Ian Wright, Andy Gray, Alan Pardew, ma Gareth era un ragazzo intelligente e riusciva a cavarsela.

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Southgate aveva solo 23 anni quando, da capitano del Palace, ha riportato il club del sud di Londra nella massima serie inglese nel 1994, come ricorda Smith.

Aveva già tutte le qualità che si vedono oggi. Era tranquillo, un esempio per tutti. In quel periodo giocava a centrocampo. Se c'era qualcosa da dire negli spogliatoi, lui la diceva. Era abbastanza aggressivo se perdevamo una partita e pensava che la squadra non avesse giocato nel modo giusto.

Se non era d'accordo con me su qualcosa, bussava educatamente alla porta e mi diceva che non era d'accordo. Non era un santarellino. Era un uomo molto autonomo. Ho sempre pensato che Gareth anche allora fosse sottovalutato perché non era sfacciato nel suo atteggiamento. Il suo era un approccio molto più sottile ma la sua era una freddezza molto particolare.

Quando vuole sa isolarsi da tutto, non è facile entrare nella sua sfera privata. Bisogna superare standard piuttosto alti per farlo. I suoi modi affabili e la sua gentilezza non devono essere scambiati per debolezza.

Gaizka Mendieta ricorda i primi passi di Southgate come allenatore al Middlesbrough nel 2006

Gareth è stato fondamentale per quel Middlesbrough come capitano. Si prendeva cura di tutti, provava a motivare e a essere vicino a ogni calciatore da vero leader. Quando è diventato allenatore è rimasto pressoché uguale. È una persona che vuole stare vicino ai giocatori, che cerca il dialogo e parla in maniera sensata e ragionevole. È l'allenatore perfetto per la nazionale.

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