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Cechi felici e in corsa

"Siamo tornati in corsa", esulta Tomáš Hübschman dopo la vittoria per 2-1 contro la Grecia a UEFA EURO 2012. "Grande la spinta dei tifosi", spiega Jiráček.

L'esultanza ceca
L'esultanza ceca ©Getty Images

Petr Jiráček, centrocampista Repubblica ceca
E’ sempre più facile entrare in partita quando segni subito. Sono contento sia servito, perchè ne avevamo davvero bisogno. Abbiamo segnato due gol in sei minuti, dominando in lungo e in largo spinti dai tifosi – si sono davvero fatti sentire oggi. Nella ripresa abbiamo però calato la spinta e abbiamo dovuto soffrire fino alla fine per ottenere la vittoria. Il gol? C’è stato un passaggio fantastico di Tomáš Hübschman che mi ha messo davanti al portiere, poi ho solo cercato di piazzarla vicino al palo.

Tomáš Hübschman, centrocampista Repubblica ceca
Oggi la cosa più importante era ottenere i tre punti per dimenticare la sconfitta contro la Russia. Non mi ricorda un’altra occasione in cui abbiamo segnato due reti nei primi sei minuti. Siamo partiti forte e siamo felici per questa vittoria. E’ un peccato il calo della ripresa. La Grecia, però non ha avuto chance nitide. Hanno pressato molto, messo dentro qualche pallone pericoloso, ma senza creare occasioni importanti. Siamo tornati in corsa e adesso non vediamo l’ora di affrontare la Polonia con in palio la qualificazione.

Tomáš Rosický, centrocampista Repubblica ceca
Abbiamo giocato un ottimo primo tempo, mentre non posso esprimere un giudizio sulla ripresa. Ho visto solo l'ultimo quarto d'ora perché mi stavo facendo curare  [dopo essere stato sostituito nell'intervallo]. Ho subito un infortunio al tendine d'achille e non so molto di più, staremo a vedere.

Ora dobbiamo aspettare il risultato di Russia - Polonia, ma posso dire che sono soddisfatto per come abbiamo gestito questa partita. Siamo una buona squadra e possiamo ambire alla qualificazione, oggi lo abbiamo dimostrato.

[Aver battuto la Grecia che ci aveva eliminati in semifinale nel 2004] non mi ha dato nessuna soddisfazione particolare, perché gli unici superstiti di quella squadra erano [Giorgios] Karagounis e [Kostas] Katsouranis, mentre per quanto ci riguarda solo io Milan [Baroš], Petr Čech e [Jaroslav] Plašil eravamo in campo. Non siamo scesi in campo pensando di prenderci una rivincita.

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