Shevchenko, il simbolo del successo ucraino
martedì 12 giugno 2012
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Dici Andriy Shevchenko e pensi Ucraina. Dopo la doppietta di lunedì sera contro la Svezia, l’attaccante della FC Dynamo Kyiv è sempre più il simbolo del proprio paese.
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Shevchenko è un nome tra i più famosi in Ucraina. Non esiste una città senza una statua dedicata a Taras Shevchenko, poeta del secolo XIX, tra i fondatori della letteratura ucraina: anche l’università di Kiev porta il suo nome. Ma dopo la gara di lunedì sera, il rischio che improvvisamente spunti il monumento di un suo omonimo è aumentato esponenzialmente.
Ucraina e Shevchenko, un binomio noto in tutto il mondo. Anche se solitamente l’associazione è con Andriy: nativo di Dvirkovshchyna, ma spostatosi a Kiev con la famiglia all’età di tre anni, Shevchenko faceva parte della FC Dynamo Kyiv under 16 che nel 1991 si impose nel campionato sovietico di categoria.
Un anno più tardi, il collasso dell’Unione Sovietica, e con essa del suo campionato di calcio, doveva risultare fondamentale nella carriera del rapido attaccante, che debutta in prima squadra all’età di 18 anni. Costretti ad affrontare squadre di mediocre livello nel nuovo campionato ucraino, i migliori giovani decidono di emigrare: un colpo di fortuna, che ha consentito loro di maturare spesso in squadre di prima fascia. Shevchenko è il simbolo di una generazione di giocatori giramondo, orgogliosi però di indossare la maglia della propria nazionale. Della quale lui è simbolo da oltre 10 anni: prima della doppietta contro la Svezia, con la casacca gialloblù del suo paese l’eterno ragazzo aveva segnato 46 reti in 108 presenze.
Giunto a 35 anni, Sheva può vantare una carriera di successo nelle fila della Dynamo, dell’AC Milan e del Chelsea FC, prima del ritorno alla Dynamo. I tifosi più anziani che ricordano gente del calibro di Oleh Blokhin e Ihor Belanov, quelli più giovani che forse nemmeno lo hanno visto incantare tutti con la maglia dei rossoneri: non ve n’è uno che non adori Shevchenko, che sopporta questa responsabilità con grande leggerezza. "Sono semplicemente felice, mi sento come se avessi dieci anni in meno. Sto vivendo un sogno," ha dichiarato dopo il trionfo contro la nazionale svedese.