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Amarcord delle finali italiane

Dopo aver assistito l'Italia nel 1968, la fortuna ha decisamente voltato le spalle agli azzurri nel 2000. Pietro Anastasi, Paolo Maldini e Dino Zoff raccontano le loro finali del Campionato Europeo UEFA.

Pietro Anastasi nel 1968
Pietro Anastasi nel 1968 ©Getty Images

L'Italia gioca la sua terza finale del Campionato Europeo UEFA dopo aver vinto quella del 1968 alla ripetizione e aver superato le semifinali al lancio della monetina. Tuttavia, come ricorda Dino Zoff, la fortuna ha voltato le spalle agli azzurri nel 2000, quando una rete allo scadere della Francia ha mandato la gara ai supplementari prima del golden gol di David Trezeguet.

08/06/1968 Italia - Jugoslavia (dts) (Roma)
10/06/1968 Italia - Jugoslavia 2-0 (Roma)

Pietro Anastasi: Nella prima finale, la Jugoslavia ha giocato meglio di noi e meritava di vincere, ma con un po' di fortuna abbiamo segnato l'1-1 a 10 minuti dalla fine. Domenghini ha battuto una punizione dal limite dell'area, la barriera si è aperta e la palla è entrata.

Nella ripetizione, due giorni dopo, abbiamo giocato bene. Non dico che abbiamo dominato, ma non abbiamo rubato niente. Se la Jugoslavia meritava di vincere la prima partita, la seconda è stata più combattuta e abbiamo meritato grazie al primo gol di Riva e al mio secondo.

Ancora oggi non so come ho fatto. Potete immaginare come si senta un ragazzo di 20 anni che gioca le sue prime partite in nazionale e segna il 2-0. Ho visto la palla in aria, mi sono girato e l'ho messa nell'angolo. Saltavo come un cammello, o forse un canguro. È stato incredibile.

02/07/2000 Francia - Italia 2-1 (Rotterdam)

Dino Zoff: Toldo è stato poco impegnato, almeno fino al 93', purtroppo. Loro hanno segnato su un rinvio lungo di Barthez, toccato da Cannavaro e quindi da Henry e Wiltord, e da lì in poi è degenerato tutto. In campo, dal punto di vista tecnico, non abbiamo avuto problemi, ma purtroppo non avevamo la forza di rispondere. Prima dei supplementari cercavo di incoraggiarli, ma il colpo era troppo duro.

In quei 20 secondi a fine della partita ci è mancato qualcosa, ma forse è solo il destino. Eravamo stati fortunati in semifinale contro l'Olanda [vittoria ai rigori dopo uno 0-0]. Sono realista, ma la Francia non ha fatto niente di straordinario: semplicemente, era il suo momento.

Paolo Maldini: Ci siamo goduti quel torneo. Abbiamo formato un gruppo molto compatto e tutto è andato bene quasi fino alla fine. Eravamo a 30 secondi dal titolo europeo. Abbiamo avuto quattro buone occasioni per chiudere la partita, ma di fronte avevamo una squadra che non molla mai.

Abbiamo subito capito che avremmo perso. Avevamo giocato una semifinale molto faticosa contro l'Olanda, con pochi giorni per recuperare. Psicologicamente era tutto a loro favore e direi che quel gol è valso doppio. Prima dei supplementari ci siamo detti che dovevamo riprenderci e vincere, ma erano solo parole, perché dentro di noi sapevamo che era troppo difficile.

Non è bello dirlo così, ma è la verità. Eravamo stanchi e alcuni giocatori cominciavano ad avere i crampi. Era il risultato di tutta la tensione, perché durante il resto della partita avevamo convinto tutti.

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