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Analisi tattica di UEFA Conference League: come il Real Betis ha raggiunto la sua prima finale europea

L'Osservatore Tecnico UEFA, Dimitris Papadopoulos, esamina la storica vittoria del Real Betis in semifinale.

Isco and Antony were key to Betis' success over Fiorentina in the Conference League semi-final
Isco and Antony were key to Betis' success over Fiorentina in the Conference League semi-final Getty Images

L'Osservatore Tecnico UEFA, Dimitris Papadopoulos, ha elogiato la fase offensiva del Real Betis e il fiuto sotto rete di Antony e Isco nel successo del ritorno della semifinale contro una Fiorentina specialista dei calci piazzati.

La cronaca della partita

"Andremo a Firenze non per difenderci ma per provare a vincere", aveva detto Manuel Pellegrini dopo il successo casalingo per 2-1 dell'andata. Durante i 120 minuti di emozioni che hanno caratterizzato giovedì la sfida dell'Artemio Franchi, la previsione dell'allenatore del Real Betis si è rivelata esatta.

In questo articolo, l'Osservatore Tecnico UEFA Dimitris Papadopoulos - in collaborazione con l'unità di analisi UEFA - ha esaminato come la squadra di Pellegrini abbia messo sempre in apprensione la difesa della Fiorentina passando anche in vantaggio nonostante la manovra ben costruita della Fiorentina e la sua bravura sui calci piazzati.

Dopo una prima fase di studio, Antony ha sbloccato il risultato con un calcio di punizione, regalando agli ospiti un vantaggio complessivo di due gol tra andata e ritorno.

Nel giro di quattro minuti, però, i viola hanno pareggiato, e otto minuti sono passati in vantaggio. Entrambi i gol sono arrivati con lo stesso copione: corner ben battuto e colpo di testa di Robin Gosens.

Conference League tactical analysis: Fiorentina set-pieces

La bravura della Fiorentina sulle palle inattive

“La Fiorentina era molto forte nei calci piazzati”, ha spiegato Papadopoulos. “Erano più forti di noi nel gioco aereo per via della loro fisicità. Ma anche la fattura dei tiri è stata molto buona. Questa combinazione di fisicità e movimenti intelligenti ha fatto sì che arrivassero per primi sul pallone nonostante la marcatura dei giocatori del Betis”.

Il primo video mostra i due gol. In entrambe le occasioni, il movimento verso il palo vicino dei compagni di Gosens crea lo spazio per il terzino che entra in contatto con il pallone e lo schiaccia a rete con grande tecnica. Nel terzo filmato, Moise Kean libera lo spazio centrale per Gosens, che per poco non segna il gol del vantaggio complessivo a soli quattro minuti dalla fine del tempo regolamentare.

Al di là dei calci piazzati, Papadopoulos ha parlato di battaglia in campo aperto quando la squadra di casa era in possesso del pallone.

“La Fiorentina ha schierato un 3-2-5 in fase di possesso contro il 4-4-2 del Betis in fase di non possesso”, ha spiegato. “La costruzione del 3+2 li ha aiutati a sovraccaricare il canale centrale con molti giocatori tra le linee. Questo ha permesso ai due pivot di trovare spazio per ricevere dai centrali e passare ai lati, soprattutto per cercare di isolare Gosens e creare opportunità di cross”.

Analisi tattica di Conference League: la battaglia del centrocampo

La battaglia tattica a centrocampo 

Il secondo video illustra perfettamente questa battaglia tattica. I filmati uno e due del primo tempo mostrano i movimenti dei due pivot della Fiorentina, Yacine Adli e Nicolò Fagioli, per ricevere il pallone. Anche il numero 10, Albert Gudmundsson, ha fatto dei movimenti all'indietro per ricevere il passaggio, con buoni risultati. “Nel secondo tempo, però, le cose sono cambiate”, ha spiegato Papadopoulos.

“Le due squadre hanno avuto un approccio diverso. Il Betis ha iniziato a giocare più in alto e la Fiorentina ha giocato in modo più diretto per cercare Kean e provare ad attaccare gli spazi dietro la difesa. Questo significa che i giocatori dovevano essere più equilibrati e pronti a giocare sia in attacco che in difesa a seconda del momento”.

La terza clip mostra un esempio di questo approccio nei tempi supplementari, quando una palla lunga per Kean aggira il centrocampo e alla fine porta a un'altra opportunità di cross.

A questo punto, la maggiore energia e incisività in attacco del Betis - che ha prodotto dieci tiri in porta e un xG di 2,72 contro i cinque e l'1,89 della Fiorentina - lo ha riportato in vantaggio.

Secondo Papadopoulos, Pellegrini ha avuto il merito di aver mantenuto la promessa di una partita votata all'attacco. “Le sostituzioni del Betis sono state decisive per mantenere ritmi alti e continuare ad attaccare. Questo ha fatto la differenza in una partita giocata a ritmi alti con molti passaggi, duelli e la necessità di prendere decisioni rapide nelle transizioni”.

Analisi tattica di Conference League: il vigore del Betis in attacco

L'energia del Real Betis nella fase offensiva

Nell'ultima clip possiamo vedere in maniera evidente questo coraggio e intraprendenza. Soffermandosi sul ruolo del brasiliano del Betis, Papadopoulos ha detto: “Antony è come una volpe”, sottolineando il lavoro dell'esterno in fase di possesso, oltre ai continui scambi con Isco. Nella seconda clip possiamo osservare la mentalità offensiva dei giocatori nonostante sia il 92' e la partita sia sul filo del rasoio.

“I difensori e i centrocampisti del Betis sono rimasti nelle loro posizioni e hanno trovato i loro attaccanti in una situazione di 3v3 con una palla lunga”, ha detto Papadopoulos. “Questo ha creato un'occasione attraverso una brillante combinazione di tre giocatori per il gol decisivo del pareggio di Ezzalzouli”.

Spunti per gli allenatori

“A questi livelli, i giocatori devono avere un buon senso della posizione e la capacità di giocare con e senza palla”, ha detto Papadopoulos.

Questa necessità di “giocatori a tutto tondo” è fondamentale. “Naturalmente, ogni squadra si concentra sulle proprie peculiarità”, ha aggiunto. “Per esempio, il Betis cerca di creare scambi ravvicinati, mentre la Fiorentina si concentra principalmente sui cross e sulle giocate di prima intenzione". Questo fa capire quanto sia importante che ogni giocatore sia completo, massimizzando al contempo le proprie abilità specialistiche con quelle della squadra. Allo stesso tempo, gli allenatori devono lavorare sui fondamentali ma avere anche la capacità di costruire una squadra con qualcosa di speciale per vincere le partite”.

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