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Julian Nagelsmann: 'Ho lo stesso DNA del Lipsia'

Julian Nagelsmann ha solo 32  anni
Julian Nagelsmann ha solo 32 anni

Julian Nagelsmann, il più giovane allenatore della UEFA Champions League, parla della stagione del Lipsia e delle sensazioni che trasmette la competizione.

UEFA.com, che ripropone le interviste con i protagonisti di questa stagione, ha incontrato Nagelsmann lo scorso agosto.

Quali erano le sue aspettative a giugno quando è arrivato al Lipsia dall'Hoffenheim e perché ha fatto questa scelta?

Nagelsmann nel precampionato a luglio 2019
Nagelsmann nel precampionato a luglio 2019

Erano grandissime, ma avevamo obiettivi anche all'Hoffenheim e non ho avuto molto tempo di pensare alla nuova squadra. Avevo già qualche idea; in inverno ho visto che il club era solido e che la squadra era assemblata perfettamente. Mentirei se dicessi che non guardavo la posizione del Lipsia in classifica: alla fine è andata bene ed ero molto contento di giocare di nuovo in Champions League.

È bello lavorare con una squadra giovane, dove tutti possono dire la loro e dare un contributo. All'Hoffenheim mi ero divertito e ho capito che potevo farlo anche qui.

Che cosa ha imparato dall'esperienza in Champions League con l'Hoffenheim?

Che è tutta questione di equilibrio tra attacco e difesa. Spesso giocavamo un calcio spettacolare e le due partite contro il Lione [2-2 e 3-3] sono state molto belle. Abbiamo segnato molto, ma non eravamo abbastanza solidi.

Nagelsmann ha allenato l'Hoffenheim la scorsa stagione
Nagelsmann ha allenato l'Hoffenheim la scorsa stagione

Mi hanno elogiato per le nostre prestazioni, ma alla fine non siamo andati avanti. È un processo di apprendimento che voglio applicare anche qui, un sano equilibrio tra spettacolo e stabilità.

Quando si adatta la filosofia del Lipsia ai suoi metodi?

Si adatta bene. Ho scelto il Lipsia perché abbiamo lo stesso DNA. Ho iniziato a sviluppare idee basate sul possesso palla e sulle soluzioni creative, mettendo l'avversario sotto pressione e segnando in diverse fasi dell'incontro.

Volevo portare questi elementi e svilupparli ulteriormente in Champions League contro le grandi squadre. Abbiamo tanti ragazzi giovani, che hanno fame e vogliono crescere. È un'abbinata perfetta, perché ognuno sa dove migliorare e lavoriamo insieme affinché questo accada.

Quali sono gli obiettivi in Champions League per la sua squadra e per lei personalmente?

Highlights: Leipzig - Tottenham 3-0

Anche se l'Hoffenheim ha giocato belle partite, la scorsa stagione non ha mai vinto in trasferta. Neanche la prima stagione in Champions League del Lipsia [2017/18] è andata così bene.

Vogliamo diventare una presenza fissa e tenere testa alle grandi squadre. Soprattutto, dobbiamo essere presenti sui media, con tanti tifosi che ci guardano in TV. Dobbiamo unire il calcio alle vittorie e sarebbe perfetto accontentare anche i tifosi.

Quanto è importante l'esperienza per la leadership?

L'esperienza non puoi comprarla né impararla da un libro, devi solo avere pazienza. In alcune situazioni ti aiuta a trovare le soluzioni o le parole giuste e a individuare i punti di forza e quelli deboli.

Ho 32 anni e sono ancora giovane, ma ho un po' di esperienza. Se penso a Jürgen Klopp o a Carlo Ancelotti, però, devo farne ancora di strada. Per ora ho preso parte a sei gare di Champions League: Ancelotti non so quante, forse più di 100.

Quanto può essere di esempio il suo atteggiamento per i giocatori e lo staff?

Highlights: Lyon - Leipzig 2-2

Il piacere e il divertimento in quello che facciamo sono molto importanti. Danno fiducia e ti fanno guadagnare rispetto quando parli in spogliatoio o in campo. Quando i ragazzi vedono che l'allenatore ama il calcio e crede in quello che dice, o che preferirebbe essere con loro in campo, si creano entusiasmo e fiducia. I ragazzi ti considerano uno di loro.

È molto importante trasmettere allegria ed essere positivi. C'è pressione e i nervi sono sempre tesi, soprattutto in Champions League, quindi bisogna sapersi liberare e divertirsi.

Come prepara le partite di Champions League e perché sono così speciali?

Si gioca di sera, a volte molto tardi, e le cose cambiano un po': cambiano le giornate, la risposta muscolare e si viaggia molto. In trasferta, allenarsi nello stadio avversario il giorno prima è bello perché puoi assaporarne l'atmosfera senza pubblico e assorbire tutto.

È la competizione per club più importante d'Europa, la più importante che un club possa giocare. Sentire l'inno della Champions è davvero speciale.