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Koke fedele alla filosofia dell'Atlético

All'Atlético Madrid dall'età di sei anni, Koke sa meglio di chiunque altri cosa significhi il successo per il club, e ora l'obiettivo è quello di rivivere un'altra stagione memorabile.

Koke sempre presente nel Gruppo A questa stagione
Koke sempre presente nel Gruppo A questa stagione ©AFP/Getty Images

Se chiedete a Koke cosa significhi giocare per il Club Atlético de Madrid lui dirà ua parola sola: "unico". Il 22enne Madrileño indossa la maglia dei Rojiblancos da 16 anni e dopo essere cresciuto nelle giovanili del club è diventato indispensabile in prima squadra dopo il debutto nel 2009.

Secondo forse solo al tecnico Diego Simeone nel cuore dei tifosi, Koke rappresenta una combinazione perfetta di abilità e determinazione. Solo un giocatore ha percorso più chilometri di lui nella fase a gironi di questa edizione della UEFA Champions League e nessuno ha fornito più assist. L'obiettivo è raggiungere la finale.

Il Club Atlético de Madrid ha raggiunto la scorsa finale. Come state lavorando per raggiungerla ancora? Qualcosa è cambiato?
No, per niente. Ci prepariamo per le partite basandoci sugli avversari che affrontiamo. Analizziamo i loro punti di forza e le debolezze, e le usiamo a nostro vantaggio. 

L'Atleti è conosciuto per l'abilità di evolvere e progredire, nonostante la partenza di giocatori chiave. Cosa ha fatto Diego Simeone per fare andare avanti la squadra?
La stessa cosa della scorsa stagione. Abbiamo giocatori diversi e devono adattarsi. Ma la cosa che conta di più è il gruppo, non solo uno o due giocatori. Ci stiamo adattando, i giocatori verso il gruppo, e il gruppo verso i giocatori.

Come sta andando la squadra dopo gli addii di Thibaut Courtois, Filipe Luís e Diego Costa?
Il fatto è che chi non c'è non c'è. Auguro loro il meglio, ma sul campo non possiamo farci nulla. Quello che è passato è passato. Ci siamo divertiti con loro, e ora ci divertiamo con i nostri nuovi compagni. 

Parlaci del lavoro con Diego Simeone.
L'allenatore ci influenza molto. Anche il vice Germán Burgos ha fatto un lavoro incredibile. Forse non è così intenso, è più calmo, ma la cosa importante è averli entrambi - stanno facendo un grande lavoro e si vede.

Hai solo 22 anni ma hai impressionato nella tua prima stagione in UEFA Champions League. Come ci si sente a essere una stella in un torneo che fino a pochi anni fa vedevi solo in tv?
Sono molto calmo, e resto calmo. Sono una persona normale, tranquilla. E provo a viverla in maniera molto normale. Continuo a essere un giocatore normale. Lavoro duramente ogni giorno per migliorare. Il club fa parte della mia vita da quando ho sei anni, sono un uomo-squadra.

Sei sempre stato un centrocampista?
Direi che sono quasi sempre stato un centrocampista centrale, certe volte un centrocampista difensivo. Crescendo nelle giovanili ho anche giocato da esterno sinistro o centrocampista offensivo. Provo ad adattare la mia posizione. Dove mi mette il tecnico io provo a dare una mano.

Chi era il tuo giocatore preferito?
Il mio idolo era Juninho [Paulista], poi mi sono concentrato su altri giocatori.  Guardavo Xavi Hernández e Andrés Iniesta che hanno uno stile di gioco molto simile al mio.

Quando hai capito che potevi farcela tra i professionisti?
Quando ero alle giovanili è stato un passo avanti per avvicinarmi alla prima squadra. Sembrava possibile, anche se non era facile. Ma lotti per questa occasione e alla fine ce l'hai. Provi a rimanere forte, e per ora ce l'ho fatta.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto nel calcio?
Ricordo che il capitano Antonio López, prima della partita contro il Zaragoza, mi ha detto che dovevo giocare il mio solito calcio, e che ero importante anche se avevamo giocatori come Diego Forlán e Sergio Agüero. Mi ha aiutato a rimanere calmo e a fare le cose che so fare in campo.

Come ti ha aiutato a crescere giocare in Europa?
Ti dà molta esperienza nel tuo lavoro quotidiano e nella vita. Sperimenti nuovi campionati, nuovi tipi di calcio, e quindi benefici delle caratteristiche di altri paesi e di altre culture.

Cosa rende l'Atlético un club unico?
E' una sensazione, sai? Il modo in cui la gnte la vive qui non penso che si viva altrove. E' difficile da descrivere con precisione cosa significhi fare parte dell'Atleti, ma è qualcosa di unico.

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