Esclusivo: Harry Kane, la finale e la famiglia Spurs
lunedì 27 maggio 2019
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"Se ho sognato di alzare la coppa? Mentirei se dicessi di no", dichiara a UEFA.com l'attaccante del Tottenham in attesa della finale di UEFA Champions League.
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Tifoso degli Spurs fin da bambino, Harry Kane ha passato l'intera carriera al Tottenham ma non avrebbe mai immaginato di poter giocare la finale di UEFA Champions League.
Tuttavia, dopo una stagione di emozioni a non finire, questa possibilità sta per arrivare. L'attaccante, 25 anni, parla a UEFA.com della sfida di sabato a Madrid contro il Liverpool.
Che cosa significherebbe per te vincere la Champions League?
Harry Kane: tutto. Negli ultimi quattro o cinque anni, con Mauricio Pochettino, volevamo diventare una delle squadre più forti d'Europa. Ora siamo in finale di Champions League ed è speciale. È una sensazione difficile da descrivere. Cerchi di non pensarci troppo e di non farti travolgere dall'emozione, ma sarà un'occasione importantissima. Non me lo sarei mai aspettato, neanche mentre crescevo negli Spurs.
Che cosa ti ha insegnato questa stagione? Quali lezioni porti in finale?
Tutta la stagione è stata appesa a un filo, con tanti alti e bassi. La rimonta contro l'Ajax ha dimostrato che abbiamo carattere e motivazioni: ci ha fatto capire che non sei mai fuori dai giochi ed è questo che porteremo in finale.
L'infortunio ti ha costretto a guardare le partite da casa o allo stadio. Com'è stato?
Difficile. Quando giochi sei sotto pressione, ma sei libero e non ci pensi troppo. Dalle tribune, invece, puoi solo guardare e nient'altro. Dopo l'ultima partita contro l'Ajax mi sono precipitato in campo e ho sfogato l'emozione.
È strano trovare un'altra squadra inglese in finale?
Un po'. Ovviamente siamo abituati a vederci in Premier League, ma in fin dei conti sarà l'ennesima partita contro una grande squadra. Ci siamo già affrontati due volte in questa stagione e loro hanno avuto la meglio [vincendo 2-1 a Londra e a Liverpool], ma negli ultimi anni ci sono state belle sfide. Sarà una gara difficile, ma sappiamo che se riusciamo a giocare come sappiamo e tutto va per il verso giusto possiamo vincere.
Voi giocate insieme da molto: è stato utile?
Sì, certo. A volte le cose non vanno bene e cominci a guardarti intorno, ricordandoti che vi conoscete da un po' e che ne avete passate tante: stavolta non sarà diverso. Sabato ci saranno momenti in cui saremo sotto pressione e dovremo rimanere uniti: è questa la famiglia che siamo riusciti a creare. Lottiamo l'uno per l'altro fino alla fine.
Nelle ultime due sessioni di mercato non abbiamo comprato giocatori, ma in un certo senso è stata la nostra forza perché ci ha compattati. Quando mancava qualcuno per infortunio, c'era sempre qualcun altro pronto a subentrare e a fare il suo lavoro. La stagione è stata così, ma tutti quelli che hanno giocato lo hanno fatto bene e hanno dato il massimo. Non si può chiedere di più.
Hai un modo speciale di preparare le grandi partite?
Non proprio. Questa è stata una preparazione strana perché di solito giochi nel weekend e poi hai un'altra partita importante in settimana o dopo una settimana. Per questa abbiamo avuto tre settimane libere.
Sono abbastanza calmo, soprattutto prima della partita. Non credo che ci sia bisogno di gridare troppo. Se ti prepari bene e sei pronto a fare il tuo lavoro, non c'è motivo di agitarsi. A volte però serve: nell'intervallo, ad esempio, bisogna caricarsi e motivarsi. Cerco sempre di essere un modello di comportamento: se ci prepariamo tutti stesso modo, è molto meglio.
Hai sentito i tuoi compagni di nazionale che giocano nel Liverpool?
Ho scritto a Jordan [Henderson] dopo la vittoria contro il Barcellona e gli ho fatto i complimenti. Mi ha augurato buona fortuna per il giorno dopo. È andata bene a tutti e due ed è stata l'ultima volta che abbiamo parlato. Ovviamente ci ritroveremo con l'Inghilterra qualche giorno dopo [per la fase finale di UEFA Nations League]: qualcuno si vanterà e qualcuno no, ma fa parte del calcio.
Come sarà scendere in campo sabato?
Nel calcio non esiste una motivazione più grande. Essere campione d'Europa è il sogno di ogni bambino. Essere qui con questo club, che è con me da tutta la vita, è molto speciale: ora si tratta solo di dare il massimo e lasciare l'anima in campo.
Se ho sognato di alzare la coppa? Certo che sì, mentirei se dicessi di no. Provo una sensazione strana perché manca una sola partita e la coppa è alla nostra portata. La cosa più importante sarà concentrarsi e spero solo che questo sogno si avveri.