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Ancelotti: Zidane, il Bayern e l'Italia nel mondo

"Ho sempre detto che aveva tutte le qualità per diventare un bravo allenatore", ha dichiarato Carlo Ancelotti a UEFA.com in vista della sfida contro il Real Madrid del suo ex pupillo Zinédine Zidane.

Ancelotti: Zidane, il Bayern e l'Italia nel mondo
Ancelotti: Zidane, il Bayern e l'Italia nel mondo ©Getty Images

Mentre sta progettando di vincere la sua quarta UEFA Champions League, la prima sulla panchina del Bayern, Carlo Ancelotti ha ricevuto una sorta di scherzo del destino: un quarto di finale contro la sua ex squadra, il Real Madrid, allenata da un suo ex giocatore, Zinédine Zidane. Il tecnico emiliano parla a UEFA.com di una sfida che terrà tutta Europa con il fiato sospeso.

Lei ha allenato Zidane alla Juventus dal 1999 al 2001: si aspettava che facesse così bene al Real Madrid?

Carlo Ancelotti: è già un grande allenatore. Ho sempre detto che aveva tutte le qualità per diventare bravo, ma ha iniziato dal basso. È stato il mio vice [al Real Madrid] e poi ha allenato il Castilla [la squadra B del Real Madrid]. L'esperienza da giocatore serve solo in parte, perché per allenare devi anche studiare, rimanere aggiornato e fare le tue esperienze: Zidane lo ha fatto. È carismatico e i giocatori lo rispettano molto, il che è molto importante.

Ancelotti durante un allenamento del Bayern
Ancelotti durante un allenamento del Bayern©AFP/Getty Images

Inghilterra, Spagna, Francia e ora Germania: quanto è importante per lei conoscere altre culture, come persona e come allenatore?

Ancelotti: nel 2009, quando me ne sono andato dall'Italia, ero preoccupato, ma mi sono sentito a mio agio ovunque sia andato. Credo anche che queste esperienze ti motivino a fare più cose: imparare una nuova lingua, conoscere altre culture, nuove tradizioni e nuovi giocatori. Sono state e sono ancora esperienze molto interessanti.

In Baviera il clima è simile all'Italia. Monaco è una città molto pulita e tranquilla, con regole rispettate da tutti. La gente rispetta la tua vita privata. Non sei sempre sotto i riflettori e puoi vivere in pace.

Ha passato un po' di tempo a Vancouver prima di arrivare al Bayern. Quanto è stato importante?

Ancelotti: ho avuto la possibilità di prendermi un anno sabbatico e ho scelto di farlo perché, dopo 20 anni, sentivo di meritare un po' di riposo, ma ho guardato calcio per tutto l'anno.

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Prima di prenderne il posto, ha studiato il gioco di Josep Guardiola?

Ancelotti: sì, ma conoscevo già alcuni giocatori ed ero molto colpito. Quando sono arrivato, loro facevano già bene diverse cose, e continuano a farlo. Il lavoro di Guardiola è stato molto importante.

Ogni allenatore ha la sua filosofia. Voglio mantenere quanto c'è di buono in questa squadra: cerco solo di attaccare di più e di tenere di più la palla. La squadra faceva già molto possesso, ma vorrei sfruttarlo un po' più in attacco.

Lei ha vinto una UEFA Champions League da giocatore e tre da allenatore. Come cambia il torneo quando inizia la fase a eliminazione diretta?

Ancelotti: è diverso perché non puoi fare troppi calcoli. Per quanto mi riguarda cerco solo di focalizzarci sui nostri punti di forza. Bisogna essere audaci e dimostrare carattere. Se ci riesci puoi fare risultato, ma se hai paura è più difficile.

Vincere di nuovo sarebbe speciale, soprattutto per questo club. La squadra è arrivata due volte in semifinale negli ultimi due anni, quindi ci è andata vicino, ed è per questo che mi piacerebbe vincere.

Lei allena il Bayern, mentre Antonio Conte allena il Chelsea: perché gli allenatori italiani hanno tanto successo?

Ancelotti: la scuola italiana è molto innovativa dal punto di vista della formazione. In Italia, dove il calcio è diverso, ho imparato molto: devi essere più creativo e meticoloso nel preparare la partita.

Pensa di aver aperto la strada ai tecnici italiani che ora allenano all'estero?

Ancelotti: prima di me ci sono stati altri grandi allenatori italiani che hanno fatto la storia allenando all'estero. Penso a Trapattoni e a Capello. Viviamo in un mondo globalizzato e penso che ormai fare esperienze all'estero sia normale, oltre che positivo.