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Cinque lezioni da Bayern - Shakhtar Donetsk

Il Bayern è una delle squadre favorite per raggiungere la finale di Berlino ma, avverte Andy James, non bisogna tenere troppo in considerazione il 7-0 con lo Shakhtar Donetsk che ha giocato quasi tutta la partita in dieci uomini.

L'inchino del Bayern
L'inchino del Bayern ©AFP/Getty Images

Non poteva andare meglio all'FC Bayern München. Dopo tre settimane in cui non si è fatto altro che parlare del pareggio a reti bianche dell'andata con l'FC Shakhtar Donetsk, i campioni di Germania hanno spazzato ansia e preoccupazioni con una larga vittoria tra le mura amiche.

La schiacciante vittoria per 7-0 qualifica i tedeschi ai quarti di finale ed eguaglia il record di reti realizzate nel 2012 proprio dai tedeschi ai danni dell'FC Basel in UEFA Champions League. L'umore era ovviamente alle stelle dopo la partita per l'accesso ai quarti, ma leggendo tra le righe nessuno al Bayern si è cullato più di tanto sulle sette reti fatte. Quindi, cosa abbiamo imparato?

L'espulsione è stata fondamentale
Per dirla tutta, il Bayern ha capito di avere prenotato il posto nei quarti dopo appena tre minuti. L'espulsione di Olexandr Kucher, la più veloce nella storia della competizione, e il conseguente rigore per un fallo su Mario Götze, ha spianato la strada ai tedeschi. "Il cartellino rosso e il rigore sono stati abbastanza decisivi - ha ammesso Bastian Schweinsteiger -. La partita sarebbe finita in maniera diversa se fossimo stati in 11 contro 11". Anche Manuel Neuer la pensa alla stessa maniera: "Ovviamente il rigore e il cartellino rosso hanno giocato a nostro favore; ha messo la partita in discesa".

Possesso palla e accuratezza dei passaggi
Nonostante il tema della partita sia stata l'inferiorità numerica, ci sono altri elementi che hanno catturato la nostra attenzione. Il Bayern ha quasi sempre avuto il possesso palla, e il vantaggio numerico ha dato ai tedeschi la possibilità di sfruttarla al meglio. I passaggi riusciti sono stati il 93%, nonostante Mircea Lucescu abbia tentato di arginare la manovra dei tedeschi sacrificando Taison per il difensore Serhiy Kryvstov nei primi minuti di gioco.

Il ritorno di Badstuber
Al termine della partita, i tiri in porta per il Bayern sono 13, di questi, ben sette sono entrati in porta. Da segnalare anche la prima rete in UEFA Champions League per Holger Badstuber in 33 partite. Un altro traguardo raggiunto dal calciatore appena 25enne, dopo i due anni passati in infermeria. "Il cross è stato perfetto - ha raccontato Badstuber elogiando il passaggio di Rafinha -. Ho solo dovuto mettere la testa in traiettoria".

Il ritorno di Lahm (più o meno) 
Un altro tema della partita è stato il ritorno del capitano Philipp Lahm tre mesi dopo la frattura alla caviglia. Non è sceso in campo - non era necessario -, ma la celebre Südkurve ha acclamato a gran voce il suo nome per buona parte dell'incontro. Le botte prese da Franck Ribéry e Arjen Robben sono state apprezzate di meno, ma la prognosi fatta dopo la partita permette ai bavaresi di dormire sonni tranquilli.

Berlino a giugno?
Lo Shakhtar dovrà riprendersi dallo shock per l'uscita che non rende onore alla loro stagione europea, mentre il Bayern adesso è proiettato ai quarti di finale con la curiosità di conoscere i prossimi avverari che usciranno venerdì prossimo dall'urna di Nyon. La finale di quest'anno è a Berlino. "Sarebbe davvero perfetto per il Bayern", ha detto Thomas Müller. E in effetti dopo la prestazione di mercoledì, potrebbe non avere così tanto torto.