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Leggende: l'ungherese del Barcellona Sándor Kocsis

Continuando la serie sulle leggende del calcio, Champions Matchday vi racconta le imprese di Sándor Kocsis, figlio di un locandiere di Budapest, divenuto uno dei più grandi giocatori di sempre dell'FC Barcelona.

Sándor Kocsis – uomo modesto e attaccante prolifico sia con l'Ungheria che col Barcelona
Sándor Kocsis – uomo modesto e attaccante prolifico sia con l'Ungheria che col Barcelona ©Getty Images

Quando Luis Suárez centra verso il secondo palo nella cornice di Berna il risultato sembra scontato. Sándor Kocsis colpisce di testa e porta l'FC Barcelona in vantaggio al minuto 21 della finale della Coppa dei Campioni 1961, segnando una delle sue reti più importanti.

"Non c'è mai stato nessuno migliore di lui con la testa", ha raccontato Gusztáv Sebes, commissario tecnico dei Magici Magiari, parlando dell'attaccante che, grazie agli 11 gol realizzati, ha portato l'Ungheria alla finale della Coppa del Mondo FIFA del 1954. "Possiede una grande elevazione e unisce grinta e forza fisica con una precisione da cecchino".

Kocsis in carriera ha realizzato più di 400 gol di testa, e ha fatto del tempismo la sua arma vincente. La sua altezza di 1,77m veniva sfruttata per superare in altezza il proprio marcatore diretto, oppure - come nel caso della rete al Wankdorfstadion nel 1961 –, Kocsis riusciva a rubare il tempo al difensore piazzandosi davanti l'avversario. Per questo motivo Kocsis venne ribattezzato "l'uomo dalla testa d'oro".

Celebre tanto quanto le sue doti tecniche era il suo carattere. Figlio di un locandiere di Budapest, Kocsis era oltremodo modesto. Un giorno un ricco tifoso gli offrì una nuova autovettura. L'allora attaccante del Budapest Honvéd FC rifiutò gentilmente il costoso regalo, scegliendo al posto del modello extralusso, una vera e propria "carretta", come la definì il suo compagno di squadra László Budai.

Kocsis (al centro dietro) è stato compagno di Ferenc Puskás (al centro davanti) nella nazionale ungherese
Kocsis (al centro dietro) è stato compagno di Ferenc Puskás (al centro davanti) nella nazionale ungherese©Getty Images

La sua condotta da gentiluomo aveva la capacità di fare da collante per la squadra, tanto che il tecnico del Barça, Helenio Herrera, lo esaltava. L'esuberanza dei giocatori catalani si fuse con la riservatezza degli ungheresi. La colonia di giocatori provenienti dall'Ungheria nel 1958 si arricchì con l'arrivo di Zoltán Czibor, prelevato dallo Young Fellows Zürich, oltre che di Kocsis e Ladislao Kubala, al Barça dal 1951.

Nel 1960, i Blaugrana passano da Herrera a Ljubiša Broćić e poi, dopo aver eliminato per la prima volta il Real Madrid CF dalla Coppa dei Campioni, nel 1961 la squadra passa in mano all'allenatore in seconda, Enrique Orizaola.

Nella semifinale della Coppa dei Campioni 1960/61, il Barcelona era a un passo dall'eliminazione contro l'Hamburger SV, ma la rete di prepotenza di Kocsis, che di testa svetta tra due avversari, assicura un posto in finale contro l'SL Benfica.

Il suo gol di testa in finale, sfortunatamente per lui, non è decisivo. L'SL Benfica rimonta lo svantaggio e vince per 3-2 – un secondo colpo al cuore per Kocsis nello stadio in cui qualche anno prima aveva perso la finale di Coppa del Mondo.

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