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La divisa perfetta

Nel XXI secolo la realizzazione della nuova divisa di una squadra è una questione decisamente hi-tech, ma come rivela Champions - la rivista ufficiale della UEFA Champions League - c'è ancora spazio per la tradizione.

Mark van Bommel con la divisa per la UEFA Champions League
Mark van Bommel con la divisa per la UEFA Champions League ©UEFA.com

Maglia. Pantaloncini. Calzettoni. Gli indumenti da lavoro del calciatore sono sempre stati questi. E' una divisa, adottata anche dal tifoso orgoglioso di indossare i suoi colori. Lacci, colletti e polsini sono andati e venuti. Variabile la lunghezza dei pantaloncini: dal ginocchio alla coscia. Ma essenzialmente la divisa da calcio è rimasta immutata.  

I cambiamenti più significativi hanno riguardato i tessuti. Quando Miguel Muñoz ha sollevato la Coppa dei Campioni nel 1956, le divise erano di cotone pesante. Adatte all'inverno e all'Europa settentrionale. Non troppo calde quando si affacciava il sole. Le pesanti corazze di un tempo hanno fatto largo ai cotoni più leggeri e, oggi, ai tessuti intelligenti: materiali traspiranti che contribuiscono alla precisione del calciatore e alla sua prestazione.

"C'è stata una trasformazione radicale – ha dichiarato David Bremond, concept manager di adidas -. I nostri tessuti antisudore sono più leggeri. Possiedono una tecnologia (TechFit) che eleva la prestazione del calciatore. Quest'anno abbiamo fatto coesistere ClimaCool e TechFit: tecnologie a sostegno della prestazione e del comfort dell'atleta”.

I calciatori accolgono con soddisfazione ogni progresso. Il centrocampista dell'AC Milan, Mark van Bommel, ha dichiarato: "Contribuiamo in buona misura allo sviluppo delle divise. Anche un miglioramento dell'1% può essere significativo. Nel 1990, la mia squadra primavera usava una divisa a maniche lunghe fatta di un materiale talmente spesso che l'unico modo per ottenere le mezze maniche era di tagliarle. E' un bene che anche i pantaloncini oggi abbiano teconolgia ClimaCool e ClimaWarm: calda d'inverno e fresca d'estate”.  

Per quanto queste innovazioni siano importanti, è l'estetica della divise ad attirare le masse. Vi è traccia in tutto il mondo di maglie immediatamente identificabili come quelle di Liverpool FC, FC Barcelona e Real Madrid CF. Anche la maglia da trasferta può diventare classica. Il Milan ha sollevato sei volte la Coppa dei Campioni con la sua maglia bianca da trasferta, a buon ragione definita 'maglia fortunata' dai tifosi.

Si sta già lavorando alla prossima divisa del Milan, che vedrà la luce nell'estate 2012. Dai colloqui iniziali al lancio, il processo di elaborazione dura 18 mesi, ed è frutto del lavoro congiunto di club e adidas. I primi incontri si concentrano sull'ispirazione e sulle direttive del design. "Diamo dei suggerimenti sotto il profilo del tessuto e del design – spiega Bremond -. Collaboriamo dall'ispirazione alla produzione finale. Parliamo anche con la UEFA per assicurarci che tutte le parti siano soddisfatte”.

Il passo seguente è la presentazione dei prototipi di maglia. Al Milan, i calciatori e i dirigenti esprimono il loro parere. La divisa viene quindi indossata dalla prima squadra e, una volta che il club ha espresso il suo consenso, Bremond dà il disco verde alla produzione. Ogni calciatore indossa la divisa a modo suo. Maniche lunghe o corte? Anche i pantaloncini lasciano spazio ai gusti personali: a qualcuno piace portarli arrotolati sopra il ginocchio, altri li preferiscono più lunghi.  Van Bommel ricorda quando i calzoncini si portavano cortissimi: "Quei pantalonci cortissimi adidas con le tre fasce e lo spacco a V laterale! Oggi i pantaloncini sono appena sopra il ginocchio. Li preferisco così, ma è questione di gusti personali”.

"La divisa del Milan è speciale - spiega Bremond -. Ogni anno è una sfida elaborare nuovi concetti rispettosi della tradizione ma che al tempo stesso soddisfino una tifoseria attenta alla moda”. Non è un compito semplice. Quest'anno, i rossoneri sono tornati alle radici con una maglia ispirata a quella indossata nel 1901. La maglia ha strisce più strette con polsini e un sottile colletto marinaresco bianchi. "L'ispirazione può venire da diverse fonti. Per il 2011/12 abbiamo attinto da tifosi, calciatori, museo del club, Milano come città e Italia”, ha spiegato Bremond.

Per i calciatori, indossare la maglia della squadra locale può significare la realizzazione di un sogno d'infanzia. Vincere la Coppa dei Campioni può essere l'ambizione più alta. Ad alcuni giocatori spetta il compito di indossare la maglia per primi, per il loro stile di gioco, atteggiamento o successo. "Certo che è importante che ai giocatori piaccia la divisa – spiega Van Bommel -. Per questo sono sorridente quando faccio da modello!”. Van Bommel ha vinto la UEFA Champions League con la casacca blaugrana del Barcellona. I tifosi del Milan sperano che l'olandese possa ripetere l'impresa a maggio con quella rossonera del Milan.

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