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Dutt pronto a lasciare il segno

A dieci anni dalla finale di Champions League contro il Real Madrid, il Bayer Leverkusen ritorna nella massima competizione continentale agli ordini di Robin Dutt: UEFA.com incontra il tecnico emergente.

Dutt pronto a lasciare il segno
Dutt pronto a lasciare il segno ©Getty Images

Sono passati quasi dieci anni da quando il Bayer 04 Leverkusen raggiunse la finale di UEFA Champions League nel 2002. La squadra di Ballack, Lúcio e Neuville eliminò Liverpool FC e Manchester United FC prima di cedere in finale al Real Madrid CF. Il Leverkusen si ripresenta adesso in UEFA Champions League agli ordini del neo tecnico Robin Dutt. Dopo quattro stagioni al Friburgo che l'hanno segnalato come uno dei migliori giovani allenatori in Germania, Dutt, che non ha mai giocato a calcio ai massimi livelli, ha sostituito Jupp Heynckes alla BayArena. A Champions, la rivista ufficiale della UEFA Champions League, ha rilasciato la seguente intervista.

Un tempo non era possibile diventare grandi allenatori senza aver avuto una carriera agononistica altrettanto importante. Lei, invece, ha giocato soltanto a livello dilettantistico...

I luoghi comuni di un tempo quale 'ex giocatore da nazionale uguale bravo allenatore' non esistono più. E c'è una ragione. Oggigiorno, è richiesta un'enorme conoscenza in molti campi: scienze dello sport, psicologia e motivazione. Non puoi acquisire tutte queste conoscenze se sei stato un calciatore professionista e hai impiegato tutto il tuo tempo ad allenarti e a giocare. Nessuno può studiare seriamente tutte queste materie durante la carriera di calciatore. Naturalmente ci saranno sempre dei talenti naturali che saranno l'eccezione alla regola.

Sembra un salto enorme quello dal Friburgo alla UEFA Champions League con il Bayer Leverkusen.

Non sono d'accordo. Inoltre, i salti fuori dal comune sono stati piuttosto la regola ogni volta che ho cambiato club. Nove anni fa feci un salto ben più grande, passando dai dilettanti del Stuttgarter Kickers a una squadra professionistica.

Quali ambizioni ha con il Bayer Leverkusen in UEFA Champions League?

Non vogliamo copiare o emulare nessuno. Spero che la squadra saprà lasciare il segno sul palcoscenico internazionale e presentare il proprio marchio calcistico.

Michael Ballack è tornato al Leverkusen, nel club dove si è fatto un nome. Si è discusso molto in Germania sulla fine della sua carriera in nazionale. Lo tratterà diversamente dagli altri calciatori?

Bisogna badare sempre alle circostanze particolari di una persona, e questo vale tanto nel calcio quanto nella vita. In questo momento, Michael Ballack ha gli occhi puntati addosso. Ci sono sempre troupe televisive e giornalisti, e per questo non vogliamo alimentare presunte storie. Pertanto, con lui preferisco parlare in privato di cose che con un calciatore più giovane discuterei direttamente sul campo d'allenamento.

Quando era giovane, chi era il suo idolo e per quale squadre tifava?
Preferisco tenerlo per me stesso.

Non vuole rendere noto, dunque, chi era il suo idolo?
Non bisogna voler dare sempre a tutti i costi una notizia. Ho imparato che si è rispettati tutte le volte che ci si concentra esclusivamente sul proprio lavoro e non si parla a vanvera.

Quali sono le squadre che la impressionano di più in Europa?

Quelle che fanno più strada nel torneo pur avendo meno risorse. Come lo Schalke, che ha raggiunto i quarti di finale di Champions League la scorsa stagione.

Chi è la sua favorita per questa edizione della UEFA Champions League?
Il Barcellona resta il termine di paragone di tutto.

Quali sono i valori più importanti per lei?
Rispetto e disciplina. Se un calciatore possiede questi valori di base, non avrà grossi problemi a  lavorare con me.

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